Durante la mia lunga vita religiosa, mi è sempre piaciuto, al mattino, alla sera, a qualsiasi ora, fermarmi in cappella per dire buongiorno e buonasera a quel Signore misterioso che mi aspetta, con il quale posso condividere, sostare, ringraziare, chiedere perdono. Com’è bella questa invenzione di Dio presente in mezzo agli uomini. “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; fate questo in memoria di me.” Ho sempre cercato di ascoltarlo, di seguirlo, di amarlo anche.

Giorni fa, parlando con il mio amico Saverio della gioia della mia vita, gli dicevo della frustrazione di non poter, facilmente come prima, godere della presenza di Gesù nel Tabernacolo. Ha risposto con il suo entusiasmo e con il suo equilibrio tutto spagnolo: “ma in fondo, sopra la testa, accanto, davanti, ovunque, la presenza dei tuoi fratelli disabili è la più vera di tutte le presenze!” È vero! Da quel giorno, alzandomi, coricandomi, mattina e sera penso a Padre Leone, così gravemente paralizzato che abita sopra di me. Che cos’è la sua notte, che cosa ha sopportato, che cosa può condividere? So che a modo suo mi parla e mi salva.

Quel malato, quel rifiutato, quel rifugiato, quel povero, quell’handicappato, quel vecchio, sono “Io” dice Gesù nel Vangelo. Sei Tu Signore! E io accanto a Te.

La presenza reale è dovunque Dio ha voluto che Egli sia. Ha voluto prima di tutto essere vicino agli uomini,con gli uomini, per gli uomini. Dio non ha voluto niente altro che questa presenza. Niente di ciò che tocca il cuore degli uomini è separato dal Corpo di Cristo. Cuore e corpo vanno insieme. Dobbiamo avere il coraggio di fermarci un po’ di più durante la giornata e trovare il tempo, dei momenti in cui ognuno può, a modo suo, adorarlo.

L’Eucarestia, la sera o al mattino, è così confortante. Anche i malati, non hanno bisogno anche loro della presenza reale che porta l’Eucarestia al capezzale delle loro sofferenze e a volte anche al momento della loro ultima tappa?

La presenza reale è Dio presente agli uomini e, in un certo modo, gli uomini presenti a Dio, anche se non possono sempre capirlo né accettarlo.

Ritroviamo il nostro posto di fronte alla presenza di Cristo e soprattutto di quel Cristo che ha voluto essere fra gli uomini.

Per questo è bene che la porta di una cappella o di una chiesa rimanga aperta. Così, la realtà del Corpo di Cristo valica le porte blindate per raggiungere i cuori.

P. Roberti

(da Alléluia-Arche, ottobre 2008)

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.104

Sommario

Editoriale

Philippine di M.Bertolini

Presenza Reale di P. Roberti

Articoli

Il paese delle meraviglie di V. Giannulo
Sono un pellegrino di J. Vanier
Quel tesoro nascosto di B. Bertolini
Una grande sorpresa di Maria
Un luogo dove è bello vivere di T. Cabras
Carugate: a catechismo con gli amici disabili di B. Arrigoni
Non una santa di S. Gusmano
Tanti volti, tante lingue… un solo cuore di Enza Gucciardo
I fraticelli di Pennablu

Libri

Vegliate con me, C. Saunders
La vita è una sfida, C. Lejeune
Più forte della malattia, B. Kullmann
Eloì. Eloì, A.Custovic
Sessualità – Come viverla con la propria disabilità, K. M. Schweir e D. Hingsburger
Eros e Disabili, R. Gay e M. Di Bona
Gli errori di mamma e Papà: Guida pratica per non sbagliare più

Rubriche

Dialogo aperto

Presenza Reale ultima modifica: 2008-12-07T19:29:53+00:00 da Redazione

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