Non è per tutti così purtroppo, ma per i più l’estate porta con sé questo tempo, aspettato lungo l’anno, per riposarsi, rilassarsi, ritemprarsi, rifiorire.
Non sempre si riesce, anche perché si inseguono luoghi di vacanza che finiscono per assomigliare alle città convulse che abbiamo lasciato: spiagge superaffollate, alberghi chiassosi, paesi invasi e pervasi da musiche e chiasso e traffico che quasi ci fanno sognare il quartiere cittadino.
Forse c’è un altro perché. Tutti presi dall’idea del diversivo e del divertimento (spesso forzato e non congeniale al nostro temperamento), ci dimentichiamo o non abbiamo il coraggio di riprogrammare le nostre vacanze: di riflettere un po’ e ripensare di che cosa abbiamo veramente bisogno per ritrovarci pronti a riprendere un anno di lavoro più sereno e rinnovato.
Cerco di suggerirvi alcune proposte, tenendo presente la realtà in cui viviamo. Ognuno se crede potrà sceglierne almeno una.
- Fare del tempo di vacanza un’occasione per ricreare la propria vita fisica e spirituale. Un po’ di ginnastica, un po’ di dieta, qualche passeggiata in silenzio, una visita in un luogo bello e appartato, scrivere qualche riflessione personale, leggere un buon libro capace di farci pensare, di immetterci in nuove idee, di scoprire la vita di una persona esemplare… Trovarsi insieme per cantare, per ballare, per giocare a quei «giochi d’infanzia» che hanno la capacità di toglierci qualche anno di dosso, ascoltare della buona musica e risentirla spesso fino a conoscerla a memoria.
- Trovare l’occasione per passare ogni tanto un’ora o mezz’ora da soli per ritrovare fiducia in se stessi e negli altri, per rimettere in discussione il nostro modo di agire, per riconoscere i nostri sbagli e intemperanze, per rialzare la testa e risvegliare in noi le possibilità di impegno e di solidarietà (verso i più vicini e verso chi abbiamo trascurato), per riconoscere che, tutto sommato, siamo sempre e comunque dei privilegiati se ci confrontiamo con i milioni di persone che vivono senza i più elementari mezzi di sussistenza.
Risvegliare insomma in noi il desiderio di prendere il largo, di riassaporare la gioia di essere al mondo, così come siamo, con i nostri limiti, certi però di poter offrire agli altri un po’ della nostra vita ritrovata.
Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.
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Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.
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Vacanza, tempo di ri... di M.Bertolini
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All'Alveare si scopre l'America... e il teatro di M.T. Cabras
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Danzare... Oh... Oh... Ohoo... di L. Bertolini
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