Sappiamo tutti come la riuscita di una “buona” casa famiglia dipende, più che dal denaro o dai titoli di studio, da come sono i responsabili della casa. Per questo abbiamo voluto conoscere da vicino ed ascoltare Irene che insieme a Michael dirige la Casa Maria Grazia.

Perché hai scelto questa professione?
Quando ero più giovane lavoravo in un ufficio. II primo passo verso questa scelta è stata una mia riflessione durante la gravidanza: se avessi saputo che il bimbo portava una disabilità lo avrei tenuto ugualmente. Dopo la nascita di Anna ho smesso di lavorare e ho frequentato, all’estero, il corso di formazione steinariana con il desiderio di portare poi in Italia quello che andavo imparando.

In cosa consiste questa formazione?
Non si tratta di corsi a livello universitario. In tre anni ho acquistato conoscenze teoriche e pratiche, soprattutto pratiche. Il corso si conclude con un diploma statale di “socio-terapeuta” che corrisponde più o meno a quello italiano di “educatore di comunità per adulti”. Il corso comprende anche un anno detto “sociale”, durante il quale si lavora in un gruppo per fare tirocinio.

Avete avuto esperienze di lavoro simili prima di questa a Casa Maria Grazia?
Ho sempre avuto ragazzi handicappati tra i miei amici II mio primo compagno di giochi era un bambino idrocefalo: lui voleva farmi avvicinare alle caprette (delle quali avevo paura) e io volevo insegnargli a non fare la pipì addosso. Non siamo riusciti nell’intento né l’uno né l’altra ma siamo stati buoni amici.

Come vivete la vostra vita privata di famiglia in questo contesto allargato? E come vive vostra figlia questa vita un pò speciale?
Si vive normalmente. Ognuno ha le sue esigenze e i suoi spazi. Si programma la giornata tenendo conto delle necessità di ciascuno di noi. Viviamo nel nostro piccolo appartamento riservato a noi all interno della casa.
Abbiamo i nostri momenti di libertà a pranzo, quando tutti sono al lavoro, naturalmente alla sera e in un weekend su due.
Anna, mia figlia, svolge le sue attività normalmente: va a scuola, in piscina, ecc; se io non la posso accompagnare qualcuno mi sostituisce ma non le faccio mancare niente di essenziale, dalla fiaba serale a tante altre attenzioni. Certo sono necessarie saggezza e consapevolezza.
Anche Anna ha dovuto fare delle scelte. Prima non voleva invitare a casa le sue amichette, poi le ha invitate tutte, poi ne ha scelte alcune…. Bisogna avere le idee chiare. Io lo dico ad Anna: “Faccio questo lavoro speciale ma in compenso sono sempre in casa e non in ufficio dalla mattina alla sera”.
Anche se sono molto impegnata, non mi sento ristretta negli spazi e nei tempi.

Quali sono precisamente i vostri incarichi?
Io sono incaricata della gestione della casa, che non vuole dire essere sempre presente, ma coordinarla con responsabilità. Certo, faccio la spesa, mi occupo dei lavori di casa, do ai ragazzi l’aiuto necessario, ma sono a mia volta aiutata da una collaboratrice domestica alla mattina, da due volontari, un obiettore, due collaboratrici a tempo limitato. Michael si occupa del giardino, dell’orto e segue i ragazzi nei momenti dedicati alle attività culturali.

Secondo te, cosa è che fa di questa casa una vera “casa famiglia”?
La convivenza è fondamentale, cioè il mettere in comune la vita. Questa è la condizione indispensabile. Come in una famiglia normale i ragazzi apparecchiano, sparecchiano e poi aiutano un po’ in cucina. Sul piano dei rapporti umani ci vuole molta attenzione al singolo. La nostra formazione insiste molto sull’osservazione e l’ascolto dell’altro. I ragazzi vengono ascoltati il più possibile, singolarmente. È necessaria la disponibilità a parlare e ad ascoltare. Senza giudicare. In casa non abbiamo la televisione perché disturba i rapporti sociali. Posso dire che i ragazzi tra loro adesso sono amici e questo è una condizione importante per una buona convivenza !

a cura di Nicole e Huberta, 1999

Come funziona Casa Maria Grazia

La casa famiglia è nata nel 1998.
Vi sono accolti disabili mentali adulti, 3 maschi e 4 femmine, dotati di sufficiente autonomia.
Ne sono responsabili una giovane coppia con una figlia di dieci anni.
La casa a tre piani, è circondata da un grande giardino. È situata nel centro del paese di Capena nelle vicinanze di Roma. E stata ristrutturata e arredata con semplicità e buon gusto. Le stanze sono a due letti; a piano terra si trovano la cucina ed un grande soggiorno. La coppia dei responsabili ha un suo piccolo appartamento indipendente all’interno della casa stessa.
Durante il giorno tutti gli ospiti escono per svolgere attività presso il laboratorio protetto di “Casa Loie” o in altri centri. Alle 15,30 rientrano a casa. Per un week-end su due è previsto il ritorno in famiglia di tutti i ragazzi.
Casa Maria Grazia è a conduzione privata. E stata comperata ed è gestita dall’Associazione “Loie Francis Lee”. L’acquisto è stato possibile grazie alle donazioni grandi e piccole, raccolte nel corso degli anni con grandi sforzi da genitori e amici fiduciosi nella validità del progetto.
Il Consiglio di amministrazione è composto da genitori, educatori ed amici.
Per il momento la casa non riceve contributi del comune e della regione.
Il finanziamento è costituito dalle rette mensili di un milione e ottocentomila lire versate dai genitori per ogni ospite.

Info:
Indirizzo: via Martolana 10 – 00060 Capena (RM)
Telefono: +39.06.90.33.833 ; 06 9074067
Sito web: http://www.associazioneloic.org/

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.68, 1999

Sommario

Editoriale

Se qualcuno bussa di M.Bertolini

Articoli

Voglio Credere... di H.Càmara
Proprio una normalissima famiglia di Barbara Vaciago Colpani
Cecilia vuole una casa di Maria Tonini
Gioco - Com’è questa casa? di AA.VV
Irene e i suoi in Casa Maria Grazia di Nicole e Huberta
Io prete ho adottato Valentino di Sergio De Rino
Comunità "Il rìcino di Giona" di Giovanni Vergani
Con le porte sempre aperte di Huberta Pott
Consigli per la casa aperta di Nicole Schulthes

Rubriche

Dialogo aperto

Irene e i suoi in “Casa Maria Grazia” ultima modifica: 1999-12-17T22:13:04+00:00 da Redazione

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