Incontro regionale Fede e Luce Centro

Dall’11 al 13 Aprile si è svolto a Pescasseroli rincontro dei rappresentanti delle comunità di Roma e del Centro.
L’occasione di riunirsi a Pescasseroli è stata offerta insieme ad un’ospitalità generosa e accogliente dai genitori di Daniele di Pirro — e dalla data del 10° anniversario della sua morte.
L’incontro — come ogni incontro di Fede e Luce – è stato bello e faticoso, organizzato nei dettagli e scombussolato da un tempo bizzarro.
Huberta e Francesco Bertolini hanno passato la responsabilità delle tre nuove regioni ai tre nuovi eletti: Luca Zaccarian (Roma 1° e Perugia), Silvia Poleggi (Roma 2° e Marzocca), Settimio Pucci/Giulietta Rossetti (Roma 3° e S. Benedetto). Ai primi un grazie pieno di riconoscenza, ai secondi un augurio di buon lavoro!
Tutti i partecipanti si sono stretti intorno alla famiglia Di Pirro con affetto e gratitudine per la loro accoglienza a «Le Vecchie Arcate» e per ricordare commossi


Daniele

Se fossi un poeta vorrei dedicarti dei versi diversi, unici, silenziosi, come sei stato tu.
Se fossi un musicista, inventerei una sinfonia dai toni delicati e sfumati tali da infondere nei cuori la pace che tu sapevi offrire.
Se fossi un pittore colorerei sulla tela il cielo terso delle tue montagne, la cui limpidezza brillava nei tuoi occhi profondi.
Non sono che una mamma; ti dovrai accontentare di una ninna nanna.
Scende piano la macchina dal tuo paese montano verso la pianura. E aprile, nevica fitto ma alberi, foglie e aghi di pino, formano una trina bianca, fatata. E un tuo regalo? Ho lasciato da poco la tua stanzetta, dove ora c’è tuo nonno, silenzioso ed immobile come eri tu. Ha preso il tuo posto. Gli ho stretto la mano dicendo forte il tuo nome: ha appena sussultato sotto la mia. Come facevi tu quando lui, salendo la scaletta che portava alla tua stanza, tossiva, ti chiamava: «Vede un po’ se non mi riconosce!» Alla sua tosse, al suo richiamo, anche tu sussultavi e ti aprivi al sorriso.
Mi raccontava allora, che giù di sotto al ristorante della nonna e dei tuoi genitori, era inutile chiedere il filetto. Lui, addetto al rifornimento della carne lo tagliava via e lo nascondeva bene: «Il filetto è sempre e solo per Daniele» diceva, orgoglioso, del privilegio che ti riservava.
Accanto a lui c’era Elide. La tua cuginetta che si è preso cura di te tante volte. Ora ha cura del nonno. Tu le hai insegnato — mi diceva la nonna — ad essere per lui una presenza costante. Ride, scherza, lo fa mangiare, lo pettina, gli parla: lui si lascia fare come facevi tu e quando lei lo scuote e lo rimbrotta lui sorride appena, dolcemente.
Siamo venuti in tanti a renderti omaggio, a ricordare insieme quello che sei stato per i tuoi genitori, per la tua sorellina, per i parenti tutti, e per ciascuno di noi.
Era stato preparato tutto con ogni cura e generosità. La messa doveva avere luogo sul Monte Tranquillo, all’aperto: un camion aveva portato tavole, panche, sedie, tovaglie, addobbi, fiori, e picnic per tutti.
Poi il cielo si è oscurato; i tuoi amici, quelli che tu conosci e quelli nuovi, quelli piccoli e quelli oramai nonni, i giovani papà e mamme con i bambini sulle spalle, e quelli a te più vicini, festanti ed eccitati per la passeggiata insolita – volevano restare, farti festa sotto la pioggia…
Ma… via di corsa! l’acqua veniva giù fredda e gelata, ormai quasi neve!
Ammassati come meglio si poteva in una sala-bar, —dove un enorme camino acceso dava il caldo benvenuto ai rifugiati inzuppati, — abbiamo, cantato, pregato, celebrato: una messa indimenticabile come il personaggio che l’aveva richiesta: Daniele.
Mariangela Bertolini


Ho scoperto la mia piccolezza

Roma – Comunità D. Bosco
Da circa un anno e mezzo faccio parte della comunità. Inizialmente, nonostante l’entusiasmo, temevo di non riuscire a dare quel poco che il cuore mi suggeriva, finché non ho scorto, negli sguardi dei nostri ragazzi, la gioia di chi si sente ricco solo per un ciao o per una parola amichevole.
La loro serenità, la loro vita interiore così semplice, mi hanno fatto capire quanto è semplice amare, quanto il loro amore può essere importante per noi, schiavi di un mondo dove spesso gli ideali vengono dimenticati.
Guardandoli giocare, correre, gridare, ridere, c’è da chiedersi se sono realmente loro ad aver bisogno di noi.
Chissà, forse siamo noi ad aver bisogno di loro, del loro amore che in cambio chiede solo amore.
Gli basta poco per sentirsi amati; a volte gli basta solamente essere guardati.
Ci vedono amici anche se non ci conoscono. Con i loro sorrisi, con i loro sguardi curiosi, ci vengono incontro senza dire una parola.
Noi siamo cresciuti e continuiamo a crescere nella realtà di un mondo senza più valori, dove l’innocenza si è perduta nella frenetica ricerca del successo e del potere; dove il «fanciullo» che è in ognuno di noi si perde nelle nostre debolezze terrene che ci fanno dimenticare i nostri fratelli più deboli; fratelli che noi lasciamo soli per inseguire il nostro egoistico domani.
Eppure, se noi guardassimo più attentamente nei loro sguardi vedremmo, nei loro sorrisi, non solo la ricerca della nostra amicizia, ma anche e soprattutto, la serenità ed il coraggio che sono nei loro cuori quando, benché indeboliti nel fisico e nell’animo dalle difficoltà della vita, sanno di essere amati.
Io non scorderò mai ciò che disse un ragazzo costretto su una sedia a rotelle: «lo sono soddisfatto della mia vita perché ho molti amici che mi vengono a trovare».
Ho guardato dentro di me ed ho scoperto la mia piccolezza e la mia povertà di fronte a chi si sente ricco solo perché un amico gli regala un sorriso.
Massimo Massini

Noi della comunità Don Bosco


Stefano

– Mattina d estate. Stefano ed io giochiamo insieme tutto il tempo. Si avvicina il pranzo: «Con chi mangi oggi?» Il gesto è inequivocabile: con Giulia… WOW!
Avete presente quando si innesca una serie di atti in cui per qualche strana ragione riusciamo a dare tutto il peggio di noi? Ecco: quella scelta di Stefano è stata fatale e il risultato è stato che oltre a vergognarmi di me ho anche dovuto riconoscere di aver imparato qualcosa!
Torno indietro: quel dito puntato verso di me mi aveva reso molto felice e tutta soddisfatta mi ero preparata all’evento; passa un quarto d’ora e raggiungo Stefano in sala da pranzo, vicino a lui c’erano Mario e Gianna, mi accerto che Stefano non abbia cambiato idea e… opsl… davvero aveva cambiato idea: ora voleva mangiare con Gianna. Mentre i tre si siedono io sposto i piatti e faccio finta di niente ma dentro di me sono tutt’altro che serena: sono delusa, gelosa, ferita ed arrabbiata.
Ero arrabbiata con Mario: lo consideravo come «quello che aveva raccomandato» Gianna. La verità è che era stato colpito il mio orgoglio e quando sono riuscita ad ammetterlo mi sono (vergognata e) calmata… ma ero sempre arrabbiata con Mario.
In un altro momento di lucidità ho trovato che c’era qualcosa di strano: se lo avesse fatto Mario mi sarei arrabbiata con lui, invece lo ha fatto Stefano e allora perché me la prendo con Mario?! Con questa inizia la serie delle domande: che diritto avevo di mangiare con Stefano? Che significa imboccarlo? Perché ero così gratificata dalla scelta?… Finalmente, difficili da ammettere, alcune risposte: io lo stavo dominando, mi sentivo troppo necessaria, dopo tanti anni ancora ero a questo punto!
Se dicevo che Stefano era mio amico era a lui che dovevo dare ma anche a lui che dovevo chiedere.
Non credo sia sbagliato prendersela ma la prossima volta non sbaglierò «con chi»!
Comunità S. Roberto B. – Roma


Ringrazio

CAMPO 1996
Ringrazio Te, Signore, per avermi accompagnata in questi giorni a un meraviglioso campeggio insieme a tanti Amici e a tanta gioia e serenità. Non è stato un caso la mia presenza lì in mezzo a loro… Tu stesso hai voluto che io vivessi momenti di gioia e di commozione per sentirti più vicino e per non abbandonarti.
Cosa sono le lamentele o i pettegolezzi vari da parte di gente «matura» in confronto a un abbraccio o a una carenza di chi non è quasi capace di farlo e ci prova con tutto se stesso senza riserve? Assolutamente niente.
Ti sei donato continuamente e gratuitamente in ognuno dei ragazzi che ho conosciuto o che conoscevo già. La loro spontaneità, la loro semplicità donano coraggio. Puoi rimproverarli, puoi riprenderli, puoi emarginarli, saranno sempre dietro di te, a darti una pacca di nascosto, ad abbracciarti, a sorridere.
È bello tutto questo! Donami Signore di poterti abbracciare sempre nell’accoglienza di Danilo, nel canto di Lina, nel megasorriso di Vito, nello sguardo di Dino, nel battito di mani di Antonio, nel silenzio di Franco, nella puntualità di Pasquale, nella preghiera di Efrem, nella gioia di Stellina, nella foto con Chicco, nella pazienza di Paolo, di Marta e di Walter, nella spontaneità di Nardino e di Maria, nella preghiera di Madia e di Giulia, nella disponibilità di Antonio e degli amici… in tutti gli altri, Signore!
Perdonami se non so amare come sanno fare loro, solo nei «piccoli» ci sei Tu!
Un’amica – Comunità di Monopoli


Paola

Ore 8.30, partenza per il campo.
Mi hanno affidato Paola, la conosco poco.
Paola non parla, non si sa se vede, non si sa se sente, non sorride, non si muove, e non è neanche bella.
In pochi al campo si avvicinano a lei, nessuno sa come intendersi con lei.
Non so cosa fare, la tengo in braccio, cerco in qualche maniera di stabilire un contatto, ma non ho nessuna risposta.
Mi sento sola. Bisogna essere in due per creare un legame di amicizia, con Paola mi sembra che la cosa sia a senso unico, quindi impossibile.
Cosa ci sto a fare a questo campo; se sto io con Paola o qualsiasi altra persona è la stessa cosa; vorrei andare via, ma poi resto.
C’è una festa al campo, si balla, io non ce la faccio più, Alessandro lo sa; si avvicina a Paola, la prende in braccio e si mette a ballare un valzer; mi accorgo che la mamma di Paola sorride commossa, qualcuno si è accorto di sua figlia.
Due giorni prima della fine del campo Paola va via. Mi dispiace. La sua mamma ci invita tutti a pranzo il giorno del ritorno a Roma.
Si parte… Arriviamo a casa di Paola, la prendo in braccio, mi sembra di vedere un vaghissimo sorriso (forse l’ho solo sognato), mi accorgo di volerle molto bene. È un sentimento che mi stupisce; l’amicizia, l’amore per le persone con handicap viaggia su binari strani, particolari, misteriosi. Forse per riuscire a vivere questi sentimenti bisogna solo lasciar cadere tutte le armature che siamo abituati a portare nel cosiddetto mondo «normale», è farsi catturare da Paola e dal suo silenzio.
Comunità S. Roberto B. – Roma


Convegni internazionali

13-19 luglio 1997 – BRISTOL – Gran Bretagna
7° WORKSHOP EUROPEO DEI RICERCATORI SORDI DELLA LINGUA DEI SEGNI
Informazioni: Centre for Deaf Studies – University of Bristol 22 Berkeley Sq. – BRISTOL BS8 IHP – Inghilterra

19-24 luglio 1997 – MADRID – Spagna
4° CONFERENZA EUROPEA SULLA SORDO-CECITÀ della Associazione Internazionale per 1 Educazione dei Sordociechi “Scoprire assieme il mondo e il modo di comunicare”
Informazioni: C.R.E. A.V. Mosquete – ONCE Paseo de la Habana 208 – MADRID – Spagna

3-9 agosto 1997 – SAN PAOLO – Brasile
10° CONFERENZA MONDIALE ICEVI (Consiglio Internazionale per l’Educazione delle persone videolese)
Informazioni: ICEVI – Lara-Mara – Rua Venancio Ayres 157 Vila Pompeia 05024-030 SAN PAOLO – Brasile

13-17 settembre 1997 – PAIPA – Colombia
6° CONFERENZA MONDIALE “HELEN KELLER” «I servizi per le persone sordocieche»
Informazioni: X.Serpa – Coordinator Poscal Programme – Calle 108 – 20A – 13 SANTA FE DI BOGOTA – Colombia

18-22 settembre 1997 – SINT MICHIELSGESTEL – Olanda
2° CONFERENZA SULLA FAMIGLIA “Il ruolo della famiglia nel processo di auto-determinazione dei bambini e dei giovani sordociechi”
Informazioni: Ms. M. Bruggemann – Instituut v. Doven – Thereestraat 42 – 5271 SINT MICHIELSGESTEL – Olanda

2- 4 ottobre 1997 – MANCHESTER – Inghilterra
4° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ EUROPEA DELLA SALUTE MENTALE E SORDITÀ “Migliorare la qualità della vita delle persone sorde attraverso la comprensione e l’offerta di servizi eccellenti”.
Informazioni: 1 Annington Rd – LONDON, N2 9NB, UK

3- 5 ottobre 1997 – ROMA – Italia
6° CONGRESSO MONDIALE SU ISOLAMENTO ED HANDICAP “Alla ricerca di nuove modalità di intervento e di comunicazione”
Informazioni: Progress – via G. Trevis 88 – 00147 ROMA -1. 06/51.600.647

22- 25 ottobre 1997 – DUSSELDORF – Germania
REHA 1997 – FIERA INTERNAZIONALE PER LA RIABILITAZIONE, GLI AUSILI E LA CURA DEI DISABILI
Informazioni: V. Honegger – via F. Carlini 1 – 20146 MILANO -1. 02/489.52.136

23- 26 ottobre 1997 – MADRID – Spagna
6° CONGRESSO MONDIALE SULLA SINDROME DI DOWN “Quando i sogni si avverano”
Informazioni: Viajes Iberia Congresos – S. Bernardo 20 – 6° 28015 – MADRID Spagna.

Vita Fede e Luce n. 58 ultima modifica: 1997-06-12T08:13:54+00:00 da Redazione

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