Una vacanza per sé

È sacrosanto che, dopo un anno di lavoro e di impegni, ci si ritagli una settimana o quindici giorni per fare un po’ di vacanza. Anche i genitori di figli disabili, ormai quasi tutti, hanno la possibilità di affidare i loro giovani a soggiorni èstivi del comune, dei centri, o di Fede e Luce. Capita però che, troppo stanchi per prendere iniziative, finiscano per far passare i pochi giorni a disposizione imbiancando le pareti di casa, mettendo in ordine e intanto il tempo vola.
Ecco allora alcuni suggerimenti che vi invito a seguire per ritrovarvi pronti, veramente riposati e rinfrancati nello spirito, a riprendere il vostro figlio e a ricominciare il solito trantran.

  • Determinazione di andare in qualche posto, diverso dalla propria casa, per dedicarsi soltanto al «riposo», quello che i latini chiamavano otium, l’interruzione delle normali fatiche.
  • Scelta di attività piacevoli, per le quali durante l’anno non c’è mai tempo: nuoto, passeggiate, cinema, concerto, lavori manuali, fotografia, lettura di libri o riviste, cenette simpatiche, corrispondenza, lavori a maglia, all’uncinetto o ricamo…
  • Fedeltà alle decisioni prese: è lo sforzo maggiore, soprattutto per le mamme incapaci di stare in otium: per una telefonata, una richiesta particolare, abbandonano il piacere del riposo, si rituffano nell’attività…e poi se ne lamentano per un bel po’ di tempo.
  • Attenta scelta delle persone con cui condividere le vacanze: è chiaro, moglie e marito non si possono scegliere, ma può anche darsi che qualche volta, la mamma o il papà preferiscano fare un po’ di vacanza da soli, o con qualche amica o amico, o sorella o fratello. Perché no, dal momento che bisogna trovare la soluzione ottimale per stare veramente in riposo?

Basta parlarne e cercare la soluzione migliore.

  • Bando ai sensi di colpa: succede che, dopo qualche giorno subentri quel senso di disagio così noioso. «Tu se qui che te la godi, non pensi a…» Certo che ci penso, ma è vitale ricostruire corpo e spirito per ritornare alla quotidianità di 355 giorni.
  • Ritrovare la gioia di pensare in silenzio e in solitudine. Ritrovare in ritmi così diversi dal solito momento di tranquillità esteriore, per gustare il silenzio, per rivedere la propria vita con occhi nuovi e fiduciosi, per pregare di più.

E una vacanza per gli altri

Per chi invece tempo di riposo ne ha un po più del necessario o, non avendo particolari problemi familiari, vuole aiutare chi non si può permettere di fare vacanza, ecco alcuni suggerimenti:

  • Mettere a disposizione di una famiglia in difficoltà o di un gruppetto di persone (amici e ragazzi disabili) la propria casa di vacanza al mare, in montagna o in collina…
  • Partecipare con dedizione e serietà ad un soggiorno estivo per persone disabili (campi Fede e Luce, colonie di bambini…)
  • Accogliere con sé, nella propria casa di vacanza, una famiglia o qualche persona sola…

E chi rimane in città?

  • Può visitare con regolarità qualche persona impossibilitata a muoversi (per mancanza di soldi, di salute, di tempo a disposizione…)
  • Può prendere con sé per un week-end un bambino, un adolescente o un adulto con problemi per scoprire con lui un posto nuovo, un’attività mai sperimentata…
  • Può organizzare con altri, un breve soggiorno per qualche famiglia che da sola non se la sente di partire in vacanza (perché troppo stanca o troppo sola…)
  • Può rimanere vicino (telefono, visite, servizi di vario tipo) a chi sta vivendo una situazione molto difficile…

Solo dopo queste considerazioni ci sentiamo, noi di Ombre e Luci, di augurare con cuore sincero buone, riposanti e fruttuose vacanze a tutti i nostri lettori e soprattutto a chi vive situazioni particolarmente difficili.

Mariangela Bertolini

Nata a Treviso nel 1933, insegnante e mamma di tre figli tra cui Maria Francesca, Chicca, con una grave disabilità.
È stata fra le promotrici di Fede e Luce in Italia. Ha fondato e diretto Ombre e Luci dal 1983 fino al 2014.

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Come fare una buona vacanza ultima modifica: 1997-06-12T09:05:11+00:00 da Mariangela Bertolini

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