Per non sentirsi soli

Carissimi amici di Ombre e Luci, vi ringrazio per l’invio del vostro giornale che ho letto con molto interesse. Il pensiero della mia conoscente (suppongo chi sia!) di farmi conoscere « Ombre e Luci», è stata una buona iniziativa. Soprattutto in un momento come questo, il lutto per la perdita di mio figlio Philippe, sentivo il bisogno di testimonianze forti di persone o di genitori che esprimono così chiaramente le difficoltà, le gioie e le angosce che si attraversano con un figlio disadattato, come dite voi!.
Ho capito che nella sofferenza ci sono molte cose che ci accomunano. E poter dividere le proprie esperienze con altri è molto importante, per non sentirsi soli al mondo a portare il proprio fardello!
Saluti affettuosi e felicitazioni per il vostro altruismo.

– M. Assunta Thalmann – (Svizzera)


Ombre e Luci è interessante

Sono Giulia Zazzera, amica di Fede e Luce sin dall’inizio; dovrei dire «vecchia» amica di nome e di fatto. Ma questo non è importante, è lo spirito quello che conta. Mariangela e Lucia Bertolini mi conoscono bene come colei che si dà da fare nelle attività creative-manuali della Comunità di Maria SS. della Madia di Monopoli.
Ricevo la rivista « Ombre e Luci» che ritengo ricca di contenuti e di esperienze. Però devo accontentarmi di leggerla dopo qualche giorno dal suo arrivo: me la requisisce mia mamma ultra-ottantottenne che la legge da cima a fondo e poi mi dice soddisfatta: «Ecco, adesso puoi leggerla tu; ogni numero lo trovo interessante»…

– Giulia Zazzera

Ombre e Luci vive solo di contributi e di lavoro volontario. Ringraziamo i lettori che hanno provveduto a sostenere Ombre e Luci

Ce una comunità vicino a te…

Ho passato un periodo di tempo in ospedale per un serio intervento chirurgico che non mi ha dato la possibilità di partecipare alla festa della primavera e ad altri incontri della mia comunità, tra i quali un incontro di preghiera in famiglia. Ma il giorno dopo una cara amica mi ha portato in ospedale il foglio con i brani del Vangelo che abbiamo letti e commentati. Insieme c’era un altro foglietto così scritto: « Carissima Fausta, queste sono le parole del Vangelo che abbiamo letto alla preghiera di ieri sera e che tu potrai leggere nel tuo silenzio. Invece di tante parole vuote, fiori o cioccolatini, le parole di Gesù sono la cosa più preziosa per ricordarti che c’è una comunità vicino a te e a tua figlia, che vi vuole bene, ma soprattutto che c’è Gesù vicino a te e ad ognuno di noi, che ci ama e ci sostiene».
E veramente Gesù mi ha amato e sostenuto attraverso l’aiuto di tantissimi amici, dei quali (non se ne abbia a male nessuno) qualcuno ha coinvolto anche la mamma, attraverso le preghiere dei ragazzi e dei loro genitori, la presenza del sacerdote, di vecchi amici e parenti.
Quello che provavo in quei giorni è indescrivibile. Questa è Fede e Luce, questi sono i semini piantati venti anni fa, quando gli amici erano tutti studenti; ora, ognuno di loro ha una occupazione di lavoro che, all’occorrenza, mette a disposizione di chi ha bisogno, nei limiti del possibile in virtù dell’amicizia che ci lega. Ringrazio Dio di averci messo nel cuore questo sentimento.
Ma lasciatemi dire un grazie amichevole a tutti anche da parte di mia figlia e il mio « Brava Carla!» per aver aiutato così da vicino la sua mamma che spera tanto di poter avere ancora tanta energia per affrontare le battaglie della vita.

– Fausta Guglielmi


La gioia di incontrarsi

Ciao, questo è l’elenco che vi avevo promesso per telefono. Vi prego di mandare una copia saggio a ciascuno di loro. Cercherò di aiutarvi per le spese come posso, con un c.c.p. Forse vi interessa sapere cos’è il gruppo C.I.A.O. e la sua storia.
E un gruppo nato dieci anni fa nella parrocchia di San Frumenzio, dall’esigenza di alcuni genitori (una decina) di confrontarsi e incontrarsi. Da allora si è ampliato moltissimo. 1 genitori si incontrano una volta al mese, stanno progettando case-famiglia e centri diurni insieme ai genitori delle parrocchie qui intorno. Con i loro figli ci incontriamo tutti i giovedì pomeriggio per un paio d’ore.
Siamo divisi in tre gruppetti (siamo talmente tanti che tutti insieme non entriamo nella stessa stanza!). 1 nomi dei tre gruppetti sono la traduzione della parola CIAO in tre lingue straniere. Hols è spagnolo, Hello è inglese e… Tà tà è in ronga. Tutto chiaro? Non credo. Il «Ronga»: è un dialetto Monzabicano. Qui in parrocchia c’è un legame fortissimo con il Monzambico, siamo gemellati con un piccolo villaggio, e spesso alcuni di noi partono per un mese o più. C’è una grossa partecipazione e coinvolgimento, questa è un po’ la cosa bella di questa comunità; se qualcuno fa qualcosa, tutti gli altri si sentono coinvolti, un po’ come una grossa famiglia (ovviamente qualche volta si litiga anche… come in famiglia!). E così pure con il gruppo CIAO: siamo 50 ma è come se fossimo 500. C’è un sacco di gente che chiede, che partecipa, che si sente coinvolta insomma.
Ritornando ai tre gruppetti: nel primo ci sono i ragazzi (e non solo «ragazzi» ma anche «adulti», pare che l’handicappato debba essere un eterno bambino!) con più difficoltà , fanno delle semplici attività; negli altri due le persone con meno difficoltà: con alcuni di loro stiamo facendo un piccolo giornalino, che vorrebbe essere la parte di un progetto più grosso: «Spes contra spem»; stiamo preparando infatti un giornalino che sia collegamento per le varie parrocchie della zona, sul tema dell’handicap.
L’estate poi facciamo un campeggio di una settimana in un paesino in Abruzzo, sull’Altipiano delle Rocche.
Scusatemi se vi ho tediato con questa lunga lettera, mi sono seduto per scrivere due righe… e non mi sono fermato. Vorrei raccontarvi ancora un sacco di cose, della gioia di ogni incontro, della presenza forte di Cristo nel volto di ogni persona, che traspare in modo particolare dietro gli occhi di chi soffre, che è però contemporaneamente un testimone gioioso di Cristo Risorto… Mi riprometto di riscrivervi!

PS. Conoscete Tonino Bello? ha scritto delle cose bellissime, in particolare una lettera «a coloro che soffrono nel corpo» pubblicata in «Pietre di Scarto» ed. La Meridiana. Se non lo avete ve lo posso mandare (mi ero scordato di dirvi che con il gruppo CIAO ogni 15 giorni vendiamo i libri… e finanziamo il giornalino!).

– Luigi Vittorio Berliri


Problemi affettivi

Alcuni giorni fa, ho ricevuto la vostra lettera insieme alla rivista.
Ho letto alcuni articoli che ho trovato interessanti; mi ha colpito specialmente un articolo del n. 4 del 1993, in cui si parla di sesso e affetto; trovo molto importante affrontare i problemi psicologici ed affettivi delle persone più vulnerabili.
Ritengo fondamentale che le persone disabili e le loro famiglie trovino accettazione, comprensione, aiuto nell’ambiente in cui vivono.
E importante quindi sensibilizzare le persone ai problemi sociali degli handicappati e penso che la vostra rivista possa fare qualcosa in questo senso.
Vorrei continuare a ricevere Ombre e Luci, per avere informazioni e testimonianze su un argomento che mi sta a cuore.
Vi auguro che possiate proseguire la vostra opera.

– Donato Di Giacomo

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.43, 1993

Copertina - Ombre e Luci n.47 - 1994

Sommario

Editoriale

Ferie di agosto di M. Bertolini

Articoli

Un fardello pesante di E.C.Bulligan
Non vuole più andare a messa di H. Bissonier
Esperienza di catechesi: confessione di T. Pelagallo
Come costruire il futuro delle persone disabili di D. Byrne e N. Seede
Per tutte le Sabine del mondo

Inchiesta

Inchiesta tra i genitori di figli con handicap

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Dialogo aperto n.47 ultima modifica: 1994-09-02T08:07:24+00:00 da Redazione

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