Ho l’animo ancora pieno di gratitudine verso quegli amici di Fede e Luce che si sono sostituiti a noi genitori nell’accudire per un periodo di quattro giorni il nostro figliolo Francesco che è un ragazzino tutt’altro che facile e amabile. È successo così: mesi orsono ero stata informata che a maggio si sarebbe tenuto il ritiro nazionale di Fede e Luce a Triuggio con la partecipazione di Jean Vanier. Grande era il mio desiderio di prendervi parte e di trovare un po’ di riposo e di pace tra quegli amici. Ma, a chi lasciare Francesco? A malincuore, come al solito, dovevo rinunciare; e, invece, con tanta generosità e spontaneità, un gruppetto di sei amici ha organizzato una mini vacanza (non per loro) nella casa di Broni, portando con sé il mio figliolo. Nemmeno i famigliari più vicini a noi avrebbero fatto un tale gesto di generosità! Ho goduto appieno di quella libertà regalatami e grande è la mia riconoscenza. Inoltre, e questo lo dico alle altre mamme che come me vivono una esperienza difficile e hanno timore a lasciare i loro figlioli, Francesco con questi amici si è comportato meglio di come si comporta di solito con noi genitori ed è tornato più sereno.

E.S., 1990

Le testimonianze raccolte in questo numero hanno un senso e un valore assoluti, indipendentemente dal tempo, dalla persona e dal paese a cui sono collegate. Alcune sono già note a chi ha vissuto l’esperienza di Fede e Luce, come la prima, di Francesco Gammarelli.
Quando nel 1986, Francesco Gammarelli, papà di Sabina, ritornò al Signore, era vicecoordinatore intemazionale di Fede e Luce. Proprio perché a Fede e Luce Francesco aveva ritrovato la vita, era pronto a tutto pur di raggiungere una famiglia che sapeva trovarsi nella situazione che lui aveva ben conosciuto. «La Speranza ritrovata da un solo papà, una sola mamma, vale più di tutto l’oro del mondo» soleva ripetere.

L’animo pieno di gratitudine ultima modifica: 1990-09-26T11:46:29+00:00 da Redazione

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