Tutti conosciamo il nome dell’abbé Pierre, ma pochi fra noi conoscono quest’uomo e la sua vita straordinaria. Un prete come vorremmo che ce ne fossero tanti soprattutto per questo suo schierarsi dalla parte dei più poveri.
Leggendo attentamente questa lunga intervista, si potranno cogliere via via, non solo le tappe della sua vita e del suo impegno (tale da far dire a Giovanni XXIII quando era nunzio a Parigi: «Venga a scaldarmi: lei è il mio carbone ardente»), ma soprattutto il suo grande amore per Dio che ispira senza tregua la sua azione di lotta e di creatività in favore dei fratelli più abbandonati.
Questa azione lo vedrà partecipe della Resistenza, impegnato nel salvataggio di ebrei fatti passare in Svizzera, deputato della Quarta Repubblica, amico personale del Gen. De Gaulle e di altri personaggi politici.
Amico dei poveri, degli handicappati, degli emarginati, dei senza tetto, l’Abbé Pierre è un personaggio scomodo perché non esita a parlare, a gridare, a riempirsi di sdegno di fronte alle ingiustizie.

È un libro che si legge volentieri perché riscalda il cuore, perché fa ritrovare la voglia di credere, di sperare, di amare sempre meglio.
È un libro che cosigliamo agli adulti, ai genitori di persone con handicap, ai sacerdoti, ai giovani. A quest’ultimi è dedicato il libro dallo stesso Abbé Pierre: «A voi gioventù tutta di questo mondo in subbuglio, ragazze e ragazzi dinnanzi al giorno che sorge sulle vostre vite fra le vostre mani… Comprendete, vivete: vivere veramente, significa rendere credibile l’Amore; rendere credibile che noi tutti siamo amati; rendere credibile che tutti noi siamo capaci di imparare ad amare per sempre…».

M.B., 1985

L’Abbé Pierre – Una mano tesa agli emarginati ultima modifica: 1985-03-28T14:18:25+00:00 da Redazione

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