Intelligences Captives” è stato scritto per far conoscere i bambini colpiti da paralisi cerebrale e il loro universo così particolare.
“Sono maestra, per questo mi sono sforzata di descriverli soprattutto nel loro primo contatto con la vita sociale, cioè la scuola.
Lo scopo che mi sono proposta è quello di suscitare una comprensione migliore nei loro confronti sul piano umano, profondo, piuttosto che intraprendere una descrizione clinica sistematica che è oggetto di altri libri.
La prima parte, più sicura, anche più obiettiva, cerca, grazie alla descrizione di qualche bambino cerebroleso colpito molto gravemente, di farci penetrare di più nel loro mondo così chiuso e poi di dare qualche suggerimento – in modo succinto – sul loro avvenire.”

Così Jacqueline Baillod presenta il suo libro nell’introduzione. Voglio aggiungere che la lettura mi ha colpito interessato a fondo.
È il lavoro di una persona competente e insieme di gran cuore.
In ogni pagina vediamo trasparire le qualità della maestra (problemi per insegnare a leggere, lavoro di gruppo, ecc…). Ma c’è in lei anche l’anima del ricercatore dal momento che deve scoprire tutto di questi bambini incontrati, all’inizio, per caso.

In più, cosa che commuove ad ogni pagina, c’è in lei un’estrema sensibilità nei confronti di ogni bambino e nel modo meraviglioso con cui parla di ognuno di loro.

Questo mi riporta a sottolineare infine, la qualità dello stile che rende il libro, non solo istruttivo e commovente, ma addirittura avvincente. Racconta e racconta molto bene; l’aneddoto di Gilles – riportato qui di seguito – ne è esempio.

Speriamo che almeno le maestre possano leggere questo ottimo libro che, credo, sarà per loro di grande aiuto e insegnamento.

Intelligences Captives

Una pedagoga scopre i bambini cerebrolesi

di Jacqueline Baillod
Casa editrice: Forniture assortite – 1981
Compra su Amazon

Intelligences captives di Jacqueline Baillod - CopertinaQuesto libro è per ora solo in francese, ma la casa editrice, con la quale ci siamo messi in contatto, è molto favorevole ad una edizione italiana che speriamo possa vedere preso la luce.

[…] Per fortuna la sensibilità di Gilles non era solo causa di dolore per lui.
[…] Avevamo piantato in alcuni vasi dei semi di balsamina, attività che aveva appassionato tutti gli alunni che avevano partecipato con entusiasmo. Poi, nonostante avessimo annaffiato i vasetti di terra ogni mattina, ci eravamo stancati di aspettare che spuntassero.
Alla fine di agosto, dopo le vacanze estive, Gilles, una mattina, appena sistemato sulla sua sedia, diede segni di una grande agitazione.
Quando Gilles si eccitava, dal momento che non poteva controllare nessun movimento, nè i muscoli delle mani e delle braccia, nè quelli della fisionomia, la cosa non avveniva senza che ce ne accorgessimo! Non era facile, allora, seguire il suo sguardo e quando una simile emozione lo agitava, non riusciva più ad emettere un linguaggio riconoscibile. Mi ci volle del tempo per scoprire la ragione di tutta quella agitazione.

Nei vasi posti sulla cattedra il piccolo fiore della balsamina si era schiuso, una delicata corolla bianca spiccava fra le lucide foglie.
Gilles era stato il solo ad accorgersene; avvicinai a lui la fragile pianta; allora, con gesto maldestro e mal riuscito, cercò di unire le sue povere piccole mani tormentate dai sussulti dell’atetosi e impose su di noi il silenzio della sua ammirazione.
Il suo gesto, per quanto difficoltoso e deformato, diceva chiaramente: “Mio Dio, com’è bello! come è possibile?”
Testimone della finezza di questo sentimento, ero piena di timore: avrei saputo, avremmo saputo amarlo abbastanza, ascoltarlo con abbastanza attenzione, perché i tesori interiori insospettati che c’erano in lui non si perdessero a dispetto del suo penoso handicap?
Avremmo saputo proteggerlo con efficacia contro il suo sentimento di inferiorità che era sempre in agguato?

Nicole Marie Therese Tirard Schultes
Ha studiato Ergoterapia in Francia e negli Stati Uniti, co-fondando nel 1961 l'Association Nationale Francaise des Ergotherapeutes, (ANFE).
Trasferitasi a Roma, incontra Mariangela Bertolini e insieme avviano nel 1971, su invito di Marie-Hélène Mathieu, le attività di Fede e Luce e partecipano all'organizzazione del pellegrinaggio dell'Anno Santo del 1975. Dal 1983 al 2004 cura con Mariangela la rivista Ombre e Luci. Per anni ha organizzato il campo estivo per bambini e famiglie sul campus della scuola Mary Mount a Roma.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.2, 1983

Ombre e Luci n.2 - Copertina

SOMMARIO

Editoriale

Speranza a dura prova di Mariangela Bertolini

Dossier: Conoscere l'handicap

Lorenza di Marie Claude Fabre
La paralisi cerebrale infantile di Roger Salbreux
Intelligenze prigioniere di Nicole Schulthes
Fermatevi per ascoltarci di Patrick
Terapia con il cavallo di Sara Mc Allister
Per esempio a Vicenza di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo Aperto n.2
Vita Fede e Luce n.6

Libri

L'educazione religiosa degli handicappati nelle opere di Henri Bissonier, Maria di Gialleonardo
L'assistenza educativa al bambino con paralisi cerebrale nella prima infanzia, Adelaide Grisoni Colli
Non temere, Jean Vanier

Intelligenze prigioniere – Intelligences captives di Jacqueline Baillod ultima modifica: 1983-06-29T19:31:33+00:00 da Nicole Schulthes

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