In occasione della preparazione di un campeggio estivo di Fede e Luce ci fu segnalata la presenza di alcuni bambini handicappati al brefotrofio di Roma. Li andammo a conoscere. Erano otto, allora, dai due a sei anni. La loro situazione era anomala: cosa facevano lì fra i neonati di pochi mesi? e che cosa aspettavano? Alcuni, i meno gravi, erano stati adottati; gli altri aspettavano una famiglia… e se questa non arrivava?

Decidemmo di portare due di loro in vacanza con noi. Alla fine del campo, mentre tutti gli altri bambini ritornavano in famiglia, capimmo quanto era duro per loro e per noi riportarli in istituto. Fu allora che Guenda disse: “Bisogna ad ogni costo trovare una casa per loro”.

L’itinerario è stato lungo e non facile, ma nulla fermava Guenda: Fabio e Maria aspettavano, uno con la sua irrequietezza e il suo desiderio di vivere nonostante il suo aspetto duramente segnato dal morbo: malformazioni congenite al viso, alle mani, ai piedi; Maria che si rifugiava sempre più nel suo isolamento, definito “autismo”, e si aggirava sperduta fra i lettini in cerca di solitudine. Ora, da un anno vivono al Chicco.

Fabio e Maria sono venuti verso di noi – non siamo state noi a sceglierli – rispondendo a un forte desiderio dei nostri cuori: formare una “piccola famiglia” con dei bambini segnati da un handicap, fra i più poveri; quelli che vivono in brefotrofio.
Li abbiamo aspettati… Ma questo non significava stare con le mani in mano, bensì cercare una casa, prepararla, trovare aiuto, infine accoglierli; Fabio e Maria.

Siamo felici di vivere al “Chicco” e abbiamo voglia di dire: “venite e vedete!”. Dirlo soprattutto ai giovani che, forse, hanno inespresso questo desiderio di dividere la loro vita con i più piccoli. È possibile, basta crederci.

Una piccola casa bianca, costruita con semplicità, circondata da un terreno abbastanza grande, spazio meraviglioso per ognuno, anche per dei pulcini e per un piccolo cane nero di Fabio, diventa l’11 dicembre del 1981 la casa di Fabio e Maria. Poco alla volta hanno imparato a conoscerla in tutti i suoi angoli, ad amarla come la “loro” casa, ad accogliervi amici e visitatori. Semplicemente hanno imparato a viverci.

Molti sforzi e molta pazienza sono stati necessari perché ognuno imparasse a vivere con gli altri tre… È semplice ma non è facile… bisogna imparare a perdonare molte volte, ed ad essere perdonati.

All’inizio, ci sono stati i piatti lanciati in aria come palloni da Fabio, le urla di Maria che non sapeva ancora se veramente fosse la “sua” casa e non ci voleva nessuno dentro, e le nostre due diverse sensibilità che cercavano un accordo. Ma in fondo c’era sempre quel desiderio forte di sceglierci, di imparare a vivere insieme. E così, poco alla volta, il desiderio prende forma di rispetto vicendevole, di pazienza, di perdono.

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La vita al Chicco è quella di ogni famiglia con dei bambini. Fabio e Maria frequentano durante il giorno una scuola speciale, mentro io e Guenda cerchiamo di assolvere i compiti di donne di casa, e di lavorare un po’ per non far pesare sul bilancio della casa le nostre spese personali. Quando Fabio e Maria ritornano da scuola con il pulmino, è l’ora della merenda, poi dei giochi in giardino o di qualche visita di amici, vicini o lontani, di andare a comprare il latte o il giornale nei negozi vicini, di una passeggiata fino al parco giochi, o di una visita dal parrucchiere per tagliare i capelli. Talvolta preferiremmo un momento di calma, ma Fabio è sempre lì pronto a ricordarci l’esigenza e la gioia dell’accoglienza. Ogni persona che arriva è accolta da lui come un amico.
Quanto a Maria, osserviamo incantate le manifestazioni della sua tenerezza che si risveglia, che dicono quanto ogni bambino abbia bisogno di essere accolto come unico nel cuore di qualcuno.

Poi ci sono i “week-end” con gli incontri in un gruppo Fede e Luce, l’accoglienza di una famiglia che ci offre l’occasione di far festa insieme.

Al Chicco sono importanti i momenti di preghiera. Difatti, se questa cosa esiste è perché ogni giorno la forza di affrontare le difficoltà, di avere uno sguardo di tenerezza per ciascuno, di scegliere una vita come la nostra, ci è data dalla presenza del Signore. Egli, che ci ha invitato e proposto di vivere insieme tutti e quattro, aspettando altri ai quali sta preparando il cuore, ci ha dato lui stesso la forza necessario ad ogni istante, presente nel piccolo oratorio dove ogni sera “il chicco” si ritrova per ringraziare e trovare fiducia in un momento di canti e di dialogo.

Questo dialogo quasi lo vedemmo materialmente, il giorno in cui, riuniti e leggendo il passo del Vangelo “Bussate e vi sarà aperto”, Fabio che ascoltava succhiandosi il pollice, si alzò, andò al tabernacolo, bussò due colpi alla porticina, si girò verso di noi molto serio, quindi bussò di nuovo e tornò a sedere sul suo piccolo tronco d’albero e a succhiarsi il pollice, senza immaginare quanto ci avesse colpito quel suo gesto così semplice!

La casa, abbastanza grande, ci ha permesso di accogliere diverse volte un altro bambino handicappato i cui genitori avevano bisogno di riposo. Contiamo di poter rinnovare questi gesti di accoglienza temporanea ogni volta che ci sarà possibile.
Non sappiamo niente del futuro, se non che ci stiamo preoccupando di legare il Chicco a una struttura già esistente. Questo per il bene di tutti E fin dall’inizio, un équipe di sostegno, formata da persone competenti, ci aiuta a rimanere fedeli all’impegno preso verso i bambini in ogni suo aspetto. Ugualmente, poiché facciamo parte della Chiesa, come membri della famiglia cristiana, cerchiamo di stringere legami con la parrocchia e l’autorità ecclesiastica.

Che dire di più? La nostra vita è troppo semplice per essere fonte di commenti. Siamo felici di vivere al “Chicco” e abbiamo voglia di dire: “venite e vedete!”. Dirlo soprattutto ai giovani che, forse, hanno inespresso questo desiderio di dividere la loro vita con i più piccoli. È possibile, basta crederci.

– Anna Da e Guenda Malvezzi, 1983

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Questo articolo è tratto da:
Ombre e Luci n. 1, 1983

Ombre e Luci n.1 - Copertina

SOMMARIO

Editoriale

Ombre e Luci? di Marie Hélène Mathieu
Editoriale n.1

Articoli

L’esperienza della solitudine di Jacqueline e Henri Faivre
Difficoltà loro o nostra? di Henri Bissonier
Ti aspetto sempre di Jean Vanier
Il Chicco: una casa per Fabio e Maria di Anna Da e Guenda Malvezzi

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce

Libri

Il dolore innocente - Un handicappato nella mia famiglia, G. Hourdin
Darti la vita, J. Carrette

Il Chicco: una casa per Fabio e Maria ultima modifica: 1983-03-19T13:13:24+00:00 da Guenda Malvezzi

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