Ai cari handicappati di “Fede e Luce” riuniti a Lourdes, ai loro parenti e ai loro amici.

Nel pensiero e nella preghiera, io mi unisco alla vostra grande riunione di pellegrini presso la grotta di Lourdes, in questi giorni che sono santi per tutta la Chiesa e che apportano a voi, nella via “via Crucis”, una pace e una luce nuova.

Gesù avendo amato i suoi amici, li amò fino alla fine. Questo amore è per voi pure: per voi in primo luogo, che fate parte dei “poveri”; di quelli che soffrono nello spirito e nel loro corpo, ma che comprendete sovente meglio di altri il bisogno di rapporti semplici e veri, di un’amicizia fedele, di un servizio disinteressato, di una fiducia a tutta prova. E trate dunque con Gesù in questa carità ricevuta e donata.

Insieme con Lui, voi attraversate momenti cupi che vi avvicinano alla sera della agonia e del Venerdì Santo: solitudine, difficoltà di comunicare e paura di non ricevere dagli altri la comprensione e l’amore cui voi aspirate, costrizioni di ogni genere che vi sono imposte dalla infermità e dalle condizioni di vita. Gesù vi invita a conservare tutta la fiducia del Padre del Cielo, ad offrirgli con amore quello che vi ferisce, a perdonare agli altri quando ce ne sia bisogno, ad attendere pazientemente la luce che non potrà mancare di venire. Voi rimanete ai piedi della Croce, accanto a Maria, Madre di Gesù. Voi vi avvicinate alla Croce insieme a Santa Bernadette, così semplice, così umile, così povera e così serena.

Infine, voi partecipate alla grande gioia di Pasqua. Dio ha risuscitato Gesù, il Suo Figlio molto amato. Egli lo ha fatto il Signore e il Salvatore di tutti, perché è il suo Figlio unigenito e lo ha fatto sedere alla sua destra, per sempre, nella luce. E a voi egli dona già di essere i suoi figli. Il battesimo, il perdono, la comunione, sono altrettanti segni che manifestano il suo amore e mettono in voi la vita di Cristo glorioso unendovi al suo Corpo. Egli rinnova i vostri cuori per mezzo del suo Santo Spirito. Egli vi promette di trasfigurare tutto il vostro essere, corpo, intelligenza, e spirito in un incontro faccia a faccia.

Voi già prendete posto nel cuore della Chiesa, per vivere questa Pasqua, questo passaggio del Signore con tutti i vostri fratelli e le vostre sorelle cristiane. Con loro, cantate le meraviglie di Dio! Donate gratuitamente la gioia che voi ricevete gratuitamente! Quelli che vi stanno intorno vi portano grande aiuto e affetto; pensate al contributo originale che voi pure potete loro donare! E il Papa, il Successore di Pietro, che ha voluto dirvi di nuovo l’amore privilegiato di Dio, conta anche sulla vostra preghiera.

Io mi rivolgo allo stesso modo ai genitori agli educatori, agli accompagnatori che vi vogliono bene, agli amici così numerosi a Lourdes. Io avrei molte cose da dirvi, ma già il lungo documento (1) che la Santa Sede ha pubblicato il 4 marzo ultimo scorso, per “tutti coloro che si votano al servizio degli handicappati”, in questo anno che è loro consacrato nel mondo intero, vi ha espresso la “sollecitudine vivente e vigilante” della Chiesa. La sua lettura renderà più forti le convinzioni che già vi animano al riguardo della dignità e del valore unico di ciascuna vita umana, al riguardo del clima di rispetto e di amore da cui debbono essere circondate le persone handicappati, a proposito degli sforzi per l’integrazione, per la normalizzazione, per la personalizzazione, di cui essi debbono beneficiare.

Oggi a voi soprattutto, che li accompagnate stando loro vicini per tutta la loro vita, io vorrei esprimere la comprensione, la simpatia, e gli incoraggiamenti della Chiesa. L’accoglienza e le cure che prestate al vostro figlio o al vostro amico handicappato vi hanno impegnato in un cammino difficile ed esigente, che porta con sé ogni giorno le sue “ombre” e le sue “luci”. Voi avete compreso l’importanza che ha l’ambiente famigliare per la persona handicappata o almeno, quando questo ultimo non è possibile, di un’istituzione o di una piccola comunità che si avvicina al modello della famiglia, nella quale i rapporti personalizzati e il calore umano permettono di soddisfare, come conviene, il suo bisogno profondo di amicizia e di sicurezza, sviluppando le sue qualità umane, morali e spirituali, nella misura del possibile.

Bisogna augurarsi che molti “educatori volontari” vengano in vostro aiuto, che quanti sono più vicini alle persone handicappate integrino sempre di più queste ultime nelle relazioni normali invece che emarginarle; che la società nel suo complesso si mostri solidale sempre di più con il vostro impegno contribuendo a fornire mezzi adeguati.

Ma io spero pure che la fede cristiana vi aiuti a portare la vostra prova con coraggio, serenità e amore, perché voi siete, accanto a questi figli, i testimoni e i cooperatori della tenerezza di Dio.

La ferita che voi stessi portate è una partecipazione alla passione di Cristo il quale ha preso su di sé la sofferenza innocente. Essa è anche un invito all’amore gratuito, un’apertura al dono di Dio, un appello alla speranza. Prendete cura di iniziarli voi stessi a questa realtà cui essi sono del resto misteriosamente vicini, e la Chiesa vi seconderà con una catechesi adatta. Li aiuterete anche a diventare coloro che donano e che collaborano, ciascuno a suo modo, per un mondo più umano.

Che le comunità “Fede e Luce”, le altre iniziative in favore degli handicappati mentali vi permettano al di là di questa riunione di Lourdes gioiosa e rinconfortante, di trovare ancora il sostegno necessario nella vita quotidiana e di portarlo agli altri genitori! Che lo Spirito Santo vi dona la sua forza e la sua pace! Che Maria, Nostra Signora di Lourdes, mantenga i vostri cuori rivolti verso il Salvatore della speranza!

Come il mio predecessore Paolo VI invoco su voi tutti, cari figli e figlie handicappati, genitori e amici, la benedizione di Cristo morto e resuscitato per noi.

Dal Vaticano, il 7 Aprile 1981

La lettera del Papa Wojtyła ultima modifica: 1981-12-20T12:40:34+00:00 da Redazione

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