Prima di tutto mi presento: io sono Giorgia, conosciuta a Fede e Luce come «Ciaccia» e faccio parte del gruppo di Santa Croce da molti anni. Mi dispiace di non essere con voi alla riunione dei fratelli e sorelle ed è per questo che ho voluto scrivervi: per esserci con il pensiero e per raccontarvi la mia storia.

Mio fratello si chiama Corrado… forse qualcuno di voi lo conosce già, ma vi dirò qualcosa di lui ugualmente: Corrado ha venticinque anni e ha incominciato a non star più bene a circa quattro anni. Non è molto chiaro il perché, ma dopo tanto tempo abbiamo smesso di chiedercelo. Corrado è un ragazzo con problemi caratteriali molto accentuati; soffre di epilessia ed è perciò un ipersensibile e mentalmente poco sviluppato. I suoi problemi più evidenti sono: l’incapacità di distinguere la realtà dalla fantasia, la mancanza di autonomia e spesso un’aggressività a volte motivata dalla sua malattia, a volte dovuta a semplici capricci.

Ha ormai riempito gran parte della vita dei suoi genitori e una minor parte della mia: ama stare al centro della nostra attenzione e sentirsi dire «ti voglio bene» continuamente.
Il mio rapporto con lui ha avuto una lunghissima evoluzione, che ci ha portato oggi ad avere un legame bellissimo, senza trascurare la parte che i miei genitori hanno avuto nella nostra crescita.
Pensando a Corrado quando eravamo piccoli i ricordi non sono molti: l’immagine che avevo di lui si è sbiadita man mano con il tempo. Ricordo sicuramente i capelli strappati, i miei nascondigli fasulli dietro le tende di casa, o le corse nel corridoio per raggiungere la porta del bagno e chiudermici dentro a chiave… quindi tutti i suoi calci per tentare di aprirla. Purtroppo il problema più grande di Corrado era la gelosia, una ossessionante gelosia; non sopportava che mia madre mi toccasse, mi tenesse in braccio o facesse qualunque altra cosa con me; si scatenava in lui un incontrollato sentimento di rabbia, che scaricava attraverso l’aggressività verso chi gli stava accanto. Non ricordo però di aver mai provato sentimenti negativi nei suoi confronti, seppure abbia detto più volte che lo odiavo, non tanto per il mio carattere (che mi ha sicuramente aiutato) quanto per tutto l’amore che i miei genitori sono stati capaci di darmi, nonostante tutto. Le loro parole mi davano serenità e uno stato d’animo che allora mi permetteva, forse, solo di sopportare Corrado, ma più tardi anche di amarlo incondizionatamente.

Analizzandomi oggi mi rendo conto che il problema più grande per me non era tanto il fatto che lui fosse cattivo, ma capire perché lo fosse, che cosa gli impediva di volermi bene come io desideravo. Soltanto quando ho incominciato a non essere più molto piccola è nata in me, lentamente, la consapevolezza della sua malattia, alla quale però ho imparato a non dare mai il nome di «diversità» e se una volta cercavo di capire il perché si comportava stranamente, oggi dico che lo amo e basta. Sono cresciuta nella convinzione che Corrado avrebbe imparato ad accettare me quando io avrei accettato lui, così, per quello che era in grado di darmi; oggi sono certa che non si tratta di semplice AMORE! La cosa più bella che oggi ci unisce è una enorme complicità, che si manifesta nei momenti più intimi della nostra vita… Corrado è una parte di me che mi segue dovunque vado e che mi seguirà ovunque. Certamente non si è perfetti in queste cose: a volte vorrei essere capace di amarlo di più, di dimostrargli di più quanto vale per me, ma ammetto… seppure non con molta facilità, che ho posto più di una volta le mie esigenze in primo piano, che la mia vita, in certi momenti , è stata più importante della sua. Forse è giusto che sia così, o forse no: non ho la forza di capirlo. Quello che è certo è che le nostre strade si divideranno…ma lui è il mio unico fratello, ed è lui che tante volte mi ha aspettato sveglio la notte…e mi ha detto con un occhio aperto e l’altro chiuso: «Finalmente sei arrivata»!.

Giorgia, 1996

Finalmente sei arrivata! ultima modifica: 1996-12-15T16:23:45+00:00 da Redazione

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