Abbiamo pensato di presentarvi qualche consiglio sotto forma di test.
Questi consigli potranno essere utili ad alcuni di voi, genitori, (ma anche educatori e amici), per quel duro lavoro quotidiano che è l’educazione, soprattutto dei bambini difficili.
Disegni e testi (rimaneggiati) sono stati pensati e preparati da esperti educatori che da anni consacrano la loro competenza a bambini con gravi difficoltà.

Caro genitore, ti proponiamo una serie di situazioni che coinvolgono un ipotetico bambino (non necessariamente tuo figlio) e un’ipotetica famiglia.

Leggi con attenzione le domande formulate qui di seguito. Per ognuna di esse troverai quattro possibili soluzioni: una è migliore del caso descritto. Trovala.
Confronta poi le risposte con quelle «giuste» descritte in fondo alla pagina.

1 – Il bambino non mangia le carote e i genitori sono in disaccordo su come intervenire: come dovrebbero comportarsi?
a La mamma mette le carote sul piatto del bambino, il papà invece le toglie.
b La mamma e il papà discutono a tavola questo argomento in presenza del bambino.
c I genitori discutono privatamente il da farsi e poi seguono la decisione presa di comune accordo.
d Togliere le carote dal menù del bambino.

Ombre e Luci n. 53, 1996

2 – Siamo invitati a cena presso amici e ci piacerebbe approfittarne per uscire da soli. Un parente affidabile si offre di tenere il bambino: che fare?
a Rifiutare comunque l’invito.
b Spiegare al parente come comportarsi e accettare l’invito.
c Affidare il bambino al parente, sperando che sappia come cavarsela.
d Portare con sé il bambino.

Ombre e Luci n. 53, 1996

3 – Nonostante le raccomandazioni, le spiegazioni ed i richiami, ogni volta che la famiglia va in un locale pubblico (bar o ristorante) il bambino inizia a correre fra i tavoli infastidendo gli altri clienti: che fare?
a Ignorare il comportamento problematico.
b Richiamare il bambino ogni volta che si alza dal tavolo.
c Programmare uscite sempre un po’ più lunghe (es. prima al bar per una bibita, poi un gelato, poi una pizza e così via) gratificando il bambino per la sua «pazienza» nell’aspettare tranquillo.
d Lasciare il locale alla svelta senza più tornarci con il bambino.

4 – È ora di andare a scuola ma il bambino piange e si dispera; abbiamo accertato che non vi è alcun motivo serio, come dolori o malessere: che fare?
a Dare un sedativo al bambino e mandarlo a scuola.
b Cercare di consolarlo, parlandogli amorevolmente finché si calma.
c Tenerlo lontano da scuola, almeno per quel giorno.
d Rimanere fermi nel proprio proposito e accompagnarlo a scuola con dolcezza ma con fermezza.

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5 – Vengono a trovarci dei parenti; sappiamo che questi danno spesso attenzione al bambino quando si comporta male; ad esempio, cercano di consolarlo o gli danno una caramella se inizia a gridare senza motivo. Vorremmo che questo non accadesse: che fare?
a Spiegare ai parenti che stiamo cercando di ridurre i capricci del bambino e pregarli, perciò, di non venire a farci visita.
b Fidarsi del buon senso dei parenti e lasciare che si comportino con naturalezza.
c Parlare in precedenza con i parenti, spiegando cosa si sta facendo e chiedendo loro di ignorare i comportamenti problematici.
d Fare in modo che la visita sia molto breve.

6 – Senza un motivo apparente, il bambino inizia a sbattere la testa contro il muro: che fare?
a Lasciarlo fare finché si fa veramente male.
b Dargli uno schiaffo per farlo smettere.
c Cercare di calmarlo toccandolo e accarezzandolo.
d Bloccarlo senza troppa attenzione e deviarlo su un ’ attività.

Ombre e Luci n. 53, 1996

7 – Abbiamo deciso di portare il bambino nella sua stanza e di lasciarlo per tre minuti ogni volta che lancia o rompe un oggetto o un soprammobile di casa. In quale caso possiamo lasciar perdere, anche se lui lancia o rompe un oggetto?
a In nessun caso.
b Se pensiamo che abbia dimenticato il fatto che non dovrebbe comportarsi in quel modo.
c Quando il comportamento rappresenta solo una birichinata.
d Quando il bambino sta cercando di metterci alla prova.

8 – Quando è ora di andare a letto, il bambino si lamenta, piagnucola e spesso impiega diverse ore per addormentarsi; che fare?
a Chiedere al medico curante che gli prescriva un sonnifero.
b I genitori lo tengono a letto con loro, in modo da tranquillizzarlo.
c II padre o la madre, a turno, vanno a dormire con lui.
d Un genitore rimane in camera col ragazzo per qualche tempo, gratificandolo quando è calmo. Poi un po’ per volta rimane sempre meno con il ragazzo.

9 – Tutta la famiglia è a tavola, il bambino ha finito di mangiare; si alza, prende il cibo dal piatto del fratello e corre via. Questo comportamento si verifica spesso e non è cambiato nonostante le spiegazioni dei genitori: che fare?

a Bloccarlo, togliergli il cibo che ha «rubato», rimetterlo a sedere per qualche minuto, quindi lasciarlo andare a giocare.
b Bloccarlo e costringerlo a mangiare il cibo «rubato».
c Spiegargli che non si ruba dal piatto degli altri.
d Ignorare il comportamento problematico.

Soluzioni migliori

  1. C – È necessario che i genitori discutano tra di loro in privato ed intervengano sul bambino di comune accordo.
  2. B – Questa soluzione dimostra la capacità dei genitori di staccarsi dal figlio (quando la situazione lo permette), di prendere un po’ di tempo per la vita di coppia, e di rispondere positivamente all’offerta di aiuto dopo aver chiarito il modo migliore di star vicino al bambino.
  3. C – Per raggiungere l’obiettivo finale di un comportamento corretto si fissano obiettivi intermedi progressivi.
  4. D – Si evita il rischio di rinforzare il comportamento problematico; in un momento successivo può essere opportuno procedere ad una più completa analisi del problema.
  5. C – Questa via implica sia un rapporto chiaro con i parenti, sia la possibilità di mantenere la linea educativa già stabilita.
  6. D – Si evita stabilmente il comportamento indesiderato, è necessario interrompere l’azione autolesionista guidando fisicamente il bambino verso un’attività che impedisca il ripetersi della prima.
  7. A – Questo tipo di intervento richiede la massima coerenza e costanza nell’applicazione per produrre risultati positivi. Quindi, in nessun caso il comportamento problematico può passare inosservato.
  8. D – Il genitore con la sua presenza, limitata a brevi momenti, tranquillizza il bambino senza però rinforzare il comportamento problematico perché lo gratifica solo quando si è calmato. Queste presenze vanno progressivamente limitate.
  9. A – Alternativa migliore nella maggior parte dei casi. Al bambino viene tolto il piacere di mangiare il cibo rubato e il piacere di andare subito a giocare. Privato delle due gratificazioni, dovrebbe rinunciare al comportamento problematico.
C’è un problema col tuo bambino? ultima modifica: 1996-03-04T17:36:17+00:00 da Redazione

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