Eravamo insieme in oratorio quando padre Pietro, il nostro assistente spirituale di comunità, ce lo ha proposto. Marco esplorava la fede con la curiosità e la testardaggine che lo caratterizzano, mentre io navigavo i miei soliti mari inquieti. Abbiamo accettato, non senza qualche dubbio, tenendoci per mano.
Abbiamo camminato insieme durante gli incontri di preparazione alla cresima. lo cercavo nella complessità le risposte ai miei quesiti, Marco faceva domande straordinariamente concrete, aderenti alla realtà delle cose vissute, sorprendendomi per la sua capacità di analisi della realtà. A volte mi viene da pensare che i nostri dubbi e le nostre crisi provengono esclusivamente dalla sistematica incapacità di calare la fede nelle nostre vite, o forse, meglio, di calare le nostre vite nella fede.
Abbiamo imparato tutti insieme, anche Pietro che scopriva con noi, giorno dopo giorno, la leggerezza e la forza di una catechesi delle cose semplici. Abbiamo condiviso la nostra crescita con altre persone che come noi facevano il cammino di preparazione, ma che non provenivano dall’esperienza di FL. Credo che fare questa catechesi «normale» e non «speciale» sia stata una grande intuizione (ed abilità) di Pietro.

La cresima deve essere una scelta matura che ci introduce alla responsabilità di essere cristiani: è la consacrazione della propria vita alla Vita

Poi monsignor Riva, il nostro Vescovo, ci ha detto «andate».
Marco mi ha fatto capire che essere cresimato vuoi dire assumere la consapevolezza di essere in comunione in Dio, al di là degli schemi, delle culture e delle complessità. Dio è semplice, e ci aspetta agli incroci della nostra esistenza per fare due chiacchiere mentre attraversiamo la strada.
La cresima è un Sacramento, ovvero un segno sacro della presenza di Dio. Ma è complicato trovare un valore sacramentale in un rito poco scelto. La cresima deve essere una scelta matura che ci introduce alla responsabilità di essere cristiani e non può essere solo un rito: essa è molto di più, è la consacrazione della propria vita alla Vita.

Sebbene Fede e Luce sia un luogo privilegiato dove esprimere la propria cristianità non possiamo limitarci a una generica adesione alla «Ispirazione Cristiana» del movimento: bisogna fare di più, essere profeti, testimoni e maestri, con semplicità e fermezza. È necessario prelevare dalla nostra esperienza di vita accanto ai ragazzi l’energia d’ amore che ci è donata e riversarla all’esterno. Siamo chiamati a essere Sacramenti Viventi.
A me e a Marco piace pensare di essere stati scelti per esserlo insieme.

Luca Dominici, Comunità S. Melania, 1995

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.52, 1995

Sommario

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Tenendoci per mano ultima modifica: 1995-12-14T10:00:35+00:00 da Redazione

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