Romolo e suo fratello gemello Remo sono due ragazzi da molti anni appartenenti alla comunità F. L. San Francesco. Da alcuni anni vivono da soli in un piccolo appartamento di case popolare. Abbiamo parlato a lungo con Romolo , poco dopo il matrimonio di due amici Fede e Luca: Antonio e Cristiana.

Da quanto conosci Antonio e Cristiana?
La mia amicizia con Antonio M. è stata un’esperienza che abbiamo fatto il campeggio assieme a Serra S. Quirico in agosto del 1990. Là l’ho conosciuto bene. È una persona bravissima e poi in quell’anno ho conosciuto pure Cristiana Luberto e sono contento di questa amicizia. Poi prima di sposarsi io sapevo quando si sono fidanzati e si sono fidanzati il giorno di S. Valentino nel 1991.

Come mai lo sai?
Una sera siamo andati a mangiare la pizza io e Antonio em’ha detto che si sono fidanzati.

A te dispiaciuto?
Son rimasto felice… perché lui vuol bene a Cristiana e poi lo sento quasi tutti i giorni all’ufficio. Gli telefono io, poi al suo matrimonio ci sono andato perché mi ha invitato lui.
1l giorno del matrimonio… l’unica cosa che volevo dire che mò, prima erano divisi, mò sono una nuova famiglia.
E poi quel giorno mi ha fatto sentire un desiderio che questo desiderio futuro siamo noi di questa bella famiglia.

Tu sei il futuro di questa famiglia?
No, perché Antonio mi vuole bene e pure Cristiana. Voglio stare in contatto con loro.

E loro?
Sì.

Sei sicuro?
Dal primo giorno che li ho conosciuti so che saranno vicini a me.

Da che lo hai capito?
Loro non mi abbandonano mai!

Come vivete tu e Remo la vita in casa?
La nostra vita la stiamo affrontando non tanto bene, ora; gli zii ci hanno abbandonato, mia madre sta con la nonna.
Abbiamo perso il papà quando eravamo piccoli. Non sappiamo quando. Siamostati in due collegi diversi (una l’istituto vicino a Bologna e l’altro a Roma, Istituto Gaetano Giardino) e poi siamo andati in una casa famiglia in via del Casaletto. C’erano persone che ci seguivano. Nell’86 siamo andati a via Aurelia, in un residence, in via Pagano.
Nell’89 ci hanno dato un appartamento’a Tor Bellamonaca, una stanza grande, un bagno e una cucina piccola e un balcone.

Chi fa da magiare?
io o assieme cuciniamo. Antonio è venuto già tre volte a trovarci.

Ritornando al matrimonio di Antonio…
Sul matrimonio, c’era una bellissima giornata di sole e di primavera, e poi c’erano tante persone.

La cerimonia?
Era bellissima; m’ha fatto capire che durante la messa… volevo dire… ecco: una nuova famiglia creata dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo.

Quali sono stati i momenti più belli?
Momenti più belli… ma, quello che m k ha commosso è che io non sono stato mai ad un matrimonio così. Non ci sono mai andato.

Non sei mai stato invitato a un matrimonio?
No, mai.

Quanti anni hai?
Ho 31 anni.

Che cosa fai nella tua giornata?
Sto un po’ a casa, vengo qua dalle suore canossiane.

Come le hai conosciute?
Attraverso un sacerdote della parrocchia dei Protomartiri, don Plinio.

Che cosa fai dalle suore?
Gli dò una mano a strappare l’erba, gli dò una mano a innaffiare le piante.

E loro in compenso?
Ci offrono il pranzo a me e a Remo. Per esempio questa settimana, sono andato da loro quasi tutti i giorni.

E ti fanno anche dormire?
Solo una volta sola, quando mi si è rotta la caviglia e mi hanno portato al S. Carlo a fare il gesso.

Come ti trovi con le suore?
Mi trovo bene, sono otto anni che le conosciamo.

Ce una suora che ti é più vicina?
La madre generale, madre Marisa Dorizi e c’è anche una novizia che fa i voti a settembre che diventa suora a Brescia: è giovane.

Mangiate da soli?
No, con le suore.

Durate il pranzo ce silenzio o parlate?
Parliamo; prima di pranzo facciamo la preghiera.

E si mangia bene dalle suore?
Sì; è un posto da scoprire, perché è un mondo in mezzo alla natura.

Questa intervista verrà pubblicata su «Ombre e Luci». A te fa piacere?
Sì.

Tu lo ricevi «Ombre e Luci»?
Non l’ho ricevuto mai.

Quali sono i tuoi desideri più grandi?
Il mio desiderio è che il futuro siamo noi, della nostra comunità. Un altro desiderio è: affronta la vita giorno per giorno, che affrontarla non è tanto facile; è difficile per quelle persone che stanno morendo e poi in dove c’è la guerra e là devono trovare una pace e una nuova vita da affrontare.

Quali sono le difficoltà più grandi?
Che balbetto, ma però a cantare non balbetto.

Ti piace cantare?
Sì.

Dove canti?
A casa e quando vengo qua dalle suore, in parrocchia.

Perché la balbuzie è la tua difficoltà più grande?
Per esempio Antonio non mi dice niente, Fabrizio nemmanco. Invece la gente che non conosco… Se vedo una persona che dice «Dove sta la fermata dell’autobus?» io mi vergogno e balbetto così.

Perché ti vergogni?
No, è che mi viene un po’ di nervoso.

Ti piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a non balbettare?
Una volta me lo disse Antonio, ma non m’ha dato più una risposta. Ora parto per la Calabria con la USL e dopo farò un tirocinio di lavoro. Là, conoscerò nuovi amici.

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.43, 1993

Sommario

Editoriale

Si fa sera di Mariangela Bertolini

Se la notte è agitata

Prima di andare a letto intervista a M.Réthoré
Se dorme male di D. Laplane
Di notte bagna... di P. Lemoine
Io grido verso te

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Viviamo da soli intervista a Romolo e Remo
Quando i genitori si rimboccano le maniche di Antonio e Milena
Ce l'abbiamo fatta di Milena

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Proviamo un'altra volta

Libri

Cammino di preghiera, M. Quoist
Esploderà la vita, AA.VV.
La cinquataseiesima colonna, M.Gillini e M.Tonni
La forza del debole, E. Robertson

Viviamo da soli ultima modifica: 1993-09-09T09:36:03+00:00 da Redazione

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