Da un punto di vista strettamente umano lo sviluppo della mia bambina non mi ha dato alcuna soddisfazione… (Forse sono ingiusta; è vero che ha imparato abbastanza rapidamente a camminare e a mangiare da sola…).
Quando aveva un mese mi sono accorta che non sorrideva, non osservava e non si interessava a niente a parte gli oggetti longilinei. Oggi ha trentanove anni e non mi ha mai abbracciata. Penso che mi riconosca, ma si comporta come se non mi conoscesse. La nostra vita quotidiana è stata deludente: non c’è mai stata da parte sua alcuna manifestazione di sentimenti. Mi avevano consigliato il gioco dell’acqua… Ma per lei ciò consisteva nel l’inghiottire l’acqua senza fermarsi… e farla poi uscire dal di sotto!
Da quando era molto piccola tutte le sere al momento di andare a letto, diciamo con lei la preghiera della sera. Prego con tutto il cuore. M.A. è un’autistica profonda: parla come «infilando delle perle» cioè pronunciando parole senza logica… salvo ogni tanto dire la frase che io chiamo «un pugno nello stomaco», e che si adatta bene alla situazione. Da due o tre anni queste sue frasi che sono come «pugni nello stomaco» si sono moltiplicate e lei ha incominciato a partecipare alla nostra preghiera aggiungendo qualche cosa di suo che corrisponde perfettamente alla realtà del momento. Così se le dico che voglio pregare per il suo fratello maggiore lei pronuncia i nomi dei suoi tre nipotini, anche se li conosce pochissimo! Un giorno quando ebbi terminato la lista di tutte le mie intenzioni, lei aggiunse: «… e per il mondo intero». Qualche volta è lei stessa che, prende l’iniziativa dicendo: «Signore, io grido verso di te.»
Ciò che è piuttosto straordinario è che questo momento della preghiera all’inizio avveniva la sera e solo con me, ed ora si è indirizzato verso altri luoghi e in altri ambienti. E successo due volte: una persona ebrea e una protestante mi hanno detto che al Centro che frequenta abitualmente, M.A. aveva fatto loro «il dono» di pregare insieme a loro. Questo fatto che per me è un grande evento, mi ha dato il coraggio di chiedere che si facesse un dibattito su questo argo¬ mento. La conseguenza è stata, in una riunione di educatori e di genitori, l’adesione di tutti i genitori a questa mia certezza di una dimensione tra¬ scendente dei nostri figli. E il discorso non è chiuso! E una grande consolazione per noi che la nostra bambina «ormai diventata adulta» e la nostra preghiera della sera siano all’origine di un incontro sulla presenza di Dio nei nostri ragazzi

D.M. Ribadeau-Dumas, 1994 – O. et L; n° 99

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.43, 1993

Sommario

Editoriale

Si fa sera di Mariangela Bertolini

Se la notte è agitata

Prima di andare a letto intervista a M.Réthoré
Se dorme male di D. Laplane
Di notte bagna... di P. Lemoine
Io grido verso te

Altri Articoli

Imparando a vivere bene con Jimmy di M.S. Tomaro
Viviamo da soli intervista a Romolo e Remo
Quando i genitori si rimboccano le maniche di Antonio e Milena
Ce l'abbiamo fatta di Milena

Rubriche

Dialogo aperto
Vita Fede e Luce
Proviamo un'altra volta

Libri

Cammino di preghiera, M. Quoist
Esploderà la vita, AA.VV.
La cinquataseiesima colonna, M.Gillini e M.Tonni
La forza del debole, E. Robertson

Io grido verso te ultima modifica: 1993-09-09T09:49:32+00:00 da Redazione

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