Diamo, raggruppate, le prime risposte dei genitori all’inchiesta proposta nel F numero di Ombre e Luci di quest’anno. Daremo in un prossimo numero il risultato delle domande più significative nella speranza che in questi mesi arrivino molte altre risposte. Grazie intanto a queste prime 70 famiglie che ci hanno fatto giungere la loro voce!
Grazie per avere aggiunto alle domande alcune annotazioni che qui riportiamo suddivise per argomenti!
Sono utili, ci sembra, per sottolineare i bisogni e le richieste alle quali Ombre e Luci cercherà di rispondere nella misura del possibile.
Il numero IV del 91, che uscirà a fine dicembre, sarà dedicato alle CASE FAMIGLIA: cercheremo, di dare consigli per come avviarle e di offrire una mappa di indirizzi di Case-famiglia funzionanti in Italia.
Grazie in anticipo a chi ci vorrà segnalare indirizzi di Case-famiglia e comunità alloggio «riuscite» e rispondenti alla dignità delle persone handicappate accolte.

I. Richiesta di consigli o aiuti sull’handicap

Vorrei conoscere qualche cosa di più sui bambini aggressivi. Come qualcuno ha affrontato o risolto il problema almeno in parte. Grazie.
Tina Morelli

Vorrei il collegamento della rivista con centri in cui si studiano le malattie cause di handicap, con famiglie che hanno sperimentato positivamente una cura sotto la guida di un medico, non solo in Italia ma in qualsiasi parte del mondo. Mi interessa in particolare la malattia di mio figlio che è stato definito «psicotico con difese autistiche».
Teresa Battaglia

Vorrei ringraziarvi per questa rivista che mi dà tanti consigli, aiuto e fiducia. A me piacciono e interessano, ovviamente, gli articoli sulla cecità e «autismo» poiché mio figlio si chiude molto in se stesso. Grazie di cuore.
Hildegard Pasolli

Queste tre mamme possono, se credono, prendere contatto con l’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici (A.N.G.SA.). Presidente Pierluigi Fortini – Via Cà Bianca 3/5 – 40131 Bologna – Tel. 051/6343367

II. Il desiderio di tanti: Casa Famiglia

Mi è difficile rispondere ad alcune domande perché ogni caso è un caso particolare. Mio figlio è un bel ragazzo alto e ama la vita. E* impiegato presso la Caritas come fattorino ma è un «diverso» e il «dopo» è la mia angoscia di ogni ora.
Morandi – Siena

Un pensiero comune a tutti i genitori come noi: contribuire con un pò di denaro, non so quanto, in modo da fondare un centro-casa-famiglia o più case per i nostri figli a seconda del grado di handicap per quando non ci saremo più.
Alessandra Antonante – Roma

Nove anni fa ho iniziato a dirigere una cooperativa di lavoro per i nostri figli. Soci sono i genitori e siamo ospiti nei locali dell’Unitalsi di Torino, Via Calandra 1. Ci serviamo di due obiettori Caritas e di volontari molto selezionati. Abbiamo diciotto ragazzi con vari handicap. La mia bambina ha una sindrome Franceschetti. Vorrei avere contatti con genitori e figli come la mia.
Minni Radicchi Tealdo
Coop. Nuova. – Via Calandra 1 – 10123 Torino

Perché la chiesa non apre più centri specializzati e di volontariato per la custodia temporale? es. La Nostra Famiglia
Marcello – Parma

Desidereremmo conoscere come funzionano le case-famiglia e sapere se ne esistono nella nostra zona.
Renato e Edoarda Saracco – Voghera PV

Vorremmo consigli precisi per formare una casa-famiglia dato che possiamo disporre di una consistente somma, ma non sappiamo a chi rivolgerci e come incominciare.
Ringraziamo anticipatamente con tutto il cuore per i suggerimenti che potrete darci.
Proprio oggi abbiamo seguito che Corrado sarà lasciato a casa per inserire in cooperativa altri ragazzi più giovani… E’ molto triste! Cosa farà a casa tutto il giorno?
Nella e Renzo Campari – Fidenzh PR

«Il dopo di noi» noi non lo viviamo con angoscia perché abbiamo creduto sempre nella Divina Provvidenza, quella di Dio e quella delle persone, perciò speriamo che con altri genitori si possano unire le nostre forze a quelle di Fede e Luce per poter costruire delle case famiglia per accogliere questi nostri figli.
Rita Ozzimo – Roma

Avrei piacere conoscere delle «Case – Famiglia» e prendere contatto con chi le gestisce. Vi ringraziamo per ciò che fate.
Carla Perozzi – Roma

Creare una casa famiglia (che non diventi istituto, mai!) formata da: suore e frati laici con specifica spiritualità. Due o tre famiglie sia con problemi che senza problemi di handicap mentale e/o fisico. In un posto dove sia possibile la comunità e la privacy contemporaneamente. Stile di vita elastico ma sempre imperniato sulla persona come soggetto.
Parlarne e approfondire seriamente come sapete fare voi. Grazie di tutto il bene che fate.
Oreste Casadei – Roma

Io sono disposta per creare una casa famiglia con altri genitori.
Si potrebbe fare una associazione di famiglie e intanto versare una quota mensile in banca in modo da avere una certa somma di denaro per iniziare.
Rosa Maria Staforte – Roma

Sono presidente dell’associazione AIAS. Da anni mi prodigo verso le autorità Bitontine per il soggiorno estivo e affinché si realizzi un centro sociale per portatori di handicap e una casa famiglia.
Francesco Pastoressa Bitonto BA

Faccio parte di un’associazione (P. Babini Forlì) che si occupa già di case-famiglia. Io qui faccio un pò di volontariato al mattino mentre Emanuele è a scuola. Mi sembra che sia la forma più valida di aiuto ai nostri ragazzi al di fuori della famiglia. Perché anche pensare al fratello, mi sembra di dargli un grosso peso.
Voi continuate a fare questa bella rivista perché ci siete di grande aiuto. Grazie.
Valeria Leoni – Forlì

III. Messaggi, bisogni, richieste…

Ha frequentato con profitto le medie inferiori ed ha ottenuto la licenza con soddisfazione dei professori e della commissaria d’esame. Questo grazie all’insegnante di sostegno veramente valida. Dopo ha frequentato per due anni una scuola speciale della regione Liguria nel settore impiegatizio senza trarne alcun beneficio.
E’ in attesa del compimento del 18° anno per la selezione ad un lavoro. In questi due anni dai 16 ai 18, nessuna possibilità di studio o di lavoro.
Eugenia Bosi – Genova

Poiché le nostre situazioni, i problemi, le speranze le condividete con noi, non saprei che suggerimenti dare. Qualunque cosa farete o direte, sarà senz’altro un contributo utile.
Elisa Sturlese – Milano

Con ogni sottotitolo c’è un’immagine più o meno chiaramente simbolica. Quella di pag. 20 esprime l’aiuto alla persona con handicap; quella di pag. 21, tratta da un arazzo rappresenta la casa-famiglia; questa a sinistra, sui messaggi lanciati dai genitori, mostra p. Klaus, assistente di F. e L. Svizzera, che suona il tradizionale corno alpino; a pag. 24 è una raffigurazione dello stemma di F. e L.
Non ho mai avuto problemi a portare mia figlia tra la gente. Non ci vergognarne di lei. Non sento ostilità e repulsione da parte degli altri. Ho continuato a fare una vita normale (nei limiti del possibile); sono attivamente impegnata in parrocchia e in un movimento ecclesiale. Però è difficile che gli altri capiscano le tue sofferenze e le tue preoccupazioni. Mia figlia è stata quasi sempre in ospedale, ha fatto trenta interventi. Ultimamente è stata anche a Parigi. Ha vissuto ai limiti della resistenza fisica e morale. E’ stata spesso in punto di morte. Non ho tempo di leggere Ombre e Luci ma leggo altre cose.
Gisella Grazioni – Cittaducale RI

Carissimi amici di Ombre e Luci, vi ringraziano per il vostro aiuto che ci date perché leggendo il giornalino trovo sempre una parola di conforto morale e ci tiene molto uniti anche se siamo lontani. Tanti saluti e auguri.
Liliana Tomassoli – Perugia

Oggi, 24/V/1991 per la prima volta, tramite un’amica di Fede e Luce, sono venuta a conoscenza della vostra rivista e mi è piaciuta tantissimo. Faccio parte del gruppo di S. Roberto e diventerò presto vostra abbonata. Vi ringrazio tutti.
Grazia Servino – Roma

L’unica osservazione: ho bisogno di aiuto per inserire Stefano nell’ambiente di lavoro, perché trovo tante difficoltà. Stefano è in grado di fare qualcosa: è autosufficiente e si presenta bene. Aiutatemi se possibile. Grazie.
Pierina Formiconi – Cesano Boscone MI

Grazie per il vostro giornalino, peccato solo che sia così breve.
Vi trovo riflessi tutti i miei problemi, le mie paure, i miei sentimenti e questo mi aiuta a sentirmi meno sola.
Lucia Rita Liberati – Roma

La rivista Ombre e Luci è per me un aiuto morale. Nella Comunità Fede e Luce mi muovo per far decollare un centro diurno per un impegno, un’attività ricreativa e lavorativa per tutti i portatori di handicap.
Mimmo Sinacori – Mazara del Vallo TP

Mio figlio frequenta l’ottimo istituto di Viciomaggio dove si trova benissimo, ma io vorrei tanto che ci fosse in Arezzo u- na struttura pubblica che funzionasse allo stesso modo. Purtroppo vedo che molti mezzi destinati a questo scopo spesso si perdono in cento strade.
Per mio figlio, che mi preme moltissimo, voglio sempre soluzioni ottime e non sempre si vedono attuate.
Elena Bruschi – Arezzo

Da motlissimo tempo sto faticosamente cercando di amare mio meglio per stimolarlo verso la vita, per tentare un suo recupero e inserimento futuro. Senza la sua volontà non ho mai accettato né accetto si possa aspettare. E’ vita, è morale, è cristinesimo il mio? E’assistere l’ultimo ecc.
Come hanno fatto parecchi a trovare nel concreto amici, solidarietà, interventi d’amore contagiami fuori della famiglia? Non abbandonatemi!
Stefania Ferrari Calcagno – Cerete Alto BG

A Pasqua sono stata a Lourdes con Fede e Luce con la mia famiglia.
Mi sono sentita molto unita agli amici delle altre comunità e sono veramente felice di appartenere a questa grande famiglia di cui condivido lo stile. Purtroppo però, nel piccolo, le nostre comunità spesso sono nelle mani esclusive degli amici e non sempre il tutto è deciso per il bene dei ragazzi. Noi mamme non contiamo niente, ma non possiamo parlare perché i nostri figli comunque vada, vogliono gli amici. Un poco di sensibilità in più potrebbe risparmiare delle amarezze.
Firmata

L’abbonamento alla rivista l’ho fatto io, sorella di Giorgio e Cristina (ambedue colpiti da plurihandicap gravissimi). Lo leggo solo io, i genitori non leggono nulla, non conoscono associazioni e non si interessano a conoscerne. Non sono alla ricerca; io ho cercato di portarli verso associazioni o gruppi, ai quali ha risposto parzialmente solo mia madre.
Luciana Spigolon – Cartura PD

IV. E anche…. A proposito di Fede e Luce

Mi piacerebbe una inserzione, dove le persone che hanno una casa al mare, ai monti, ai laghi ecc. oppure cascine ovunque che non utilizzano per tutto l’anno, riuscissero con fiducia a metterle a disposizione delle persone di Fede e Luce, con poche possibilità finanziarie, affinché possano passare dei giorni di vacanze, sia con i loro figli che senza, qualora fosse possibile. Grazie
Sonia Di Leila – Milano

Tentare un’aggregazione nella mia zona per costituire un gruppo Fede e Luce.
Dario Aquilone Giacomelli – Valdisotto – SO

Desidero che si crei una comunità Fede e Luce. Conosco chi desidera realizzarla insieme a me: una terapista che già fa parte di un gruppo di volontariato per il tempo libero per ragazzi handicappati.
Elisa Rossi – Garlenda SV

Sono la mamma di R.M., siamo in un gruppo di Fede e Luce e devo dire che ci troviamo bene, abbiamo una buona amicizia, ma solo una volta al mese, nessuno viene mai a trovarci o a prendere R.M..
Firmata

Più spazio per le lettere che scrivono persone che gravitano intorno ai portatori di handicap.
Aiuto più concreto da parte di Fede e Luce. Anche ai portatori di handicap mentale grave e ai loro famigliari. Come genitore di un ragazzo handicappato grave vorrei far fare parte della vostra famiglia.
Dante Grilli – Roma

Nella nostra comunità di Acerra, gli amici più fedeli sono alcuni handicappati fisici; i genitori, compreso me, non hanno proprio compreso lo spirito di Fede e Luce. Ci sono circa sei handicappati psichici ultraquarantenni (vengono da soli senza l’accompagnamento dei genitori!). Non abbiamo un sacerdote che ci possa fare da guida.
Giuseppe Petrella – Acerra NA

La voce dei genitori ultima modifica: 1991-09-22T10:41:25+00:00 da Redazione

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