Ti ricordi Angelo, del nostro primo incontro a scuola due anni fa? Tu eri disteso sul tuo materassino e io ero seduto per terra accanto a te. Anche in quella posizione ero ancora più grande di te, ma tu non me ne volevi. Tutto il tuo essere sembrava dirmi:
«Coraggio, scendi ancora un po’!».
Non è facile scendere quando si è presa l’abitudine di vedere le cose all’inverso. Io esitavo a seguirvi, te e tanti altri, sulla strada delle Beatitudini per paura di sbagliare direzione… e di andare troppo avanti nella buona direzione.

E poi, l’estate scorsa, tu ti sei preso cura di me per due settimane ad Alfedena. Hai avuto molto da fare!
Mentre ti vestivo, ti davo da mangiare, ti cullavo, tu mi ripetevi: «Coraggio, scendi ancora un po’!».
La tua fragilità, tra le mie mani, mi chiedeva di rinunciare a tutte le protezioni che mi ero costituito. I miei sistemi e i miei pregiudizi non resistevano alla tua vulnerabilità e al tuo sorriso.
Angelo, ho conosciuto l’altro giorno un ragazzo di Marsiglia, che mi chiede anche lui di farmi piccolo. Chissà se vi incontrerete un giorno? Il suo nome è Eric.

Louis, 1990

Scendi ancora un po’ ultima modifica: 1990-09-26T10:59:00+00:00 da Luis Sankalé

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