Centro di diagnosi — Centro polivalente di riabilitazione e qualificazione professionale — Centro di lavoro guidato — Via Costa Alta — 31015 Conegliano Veneto (TV) — Tel. 0438/31542 dell’Associazione «La Nostra Famiglia» – Sito: lanostrafamiglia.it – Contatti

Per conoscere bene un centro di lavoro e di vita come è questo di Conegliano bisognerebbe viverci almeno per un po’ di tempo altrimenti una visita è sempre un po’ come un mosaico: il quadro è fatto di piccoli pezzi giustapposti: volti di bambini, qualche parola, oggetti realizzati, materiale, angoli della casa, macchine, fotografie, terapisti al lavoro, ecc.
Ma a Conegliano i pezzi del mosaico sono tutti colorati, brillano di vita e offrono ai nostri occhi un insieme di grande bellezza.
Il senso di questo insieme ci è stato offerto da una delle assistenti sociali che ci ha accolto con calore, ci ha dato con pazienza spiegazioni e dettagli; ci ha condotto attraverso le classi, i corridoi e i laboratori all’incontro con i bambini e i giovani che sono — lo si vede subito — tutti e ognuno molto importanti per lei e per tutti i membri del personale.

Più che con lunghi discorsi, vorremmo con qualche scheda e qualche fotografia presentarvi questo centro e darvi il desiderio di conoscerlo e di trarne insegnamento e ispirazione.

Particolarità

Il centro è un servizio territoriale che copre due USSL (cittadine o paesi agricoli o industriali). Accoglie bambini e giovani dai 3 ai 20 anni di ogni tipo e grado di handicap:

  • 180 accolti per la giornata, dalle 8,30 alle 16
  • 28 interni per ragioni familiari
  • 450 ambulatoriamente per una o più terapie: alcuni al mattino, di età prescolare; altri integrati nella scuola di quartiere al mattino, usufruiscono del centro nel pomeriggio.

La scuola materna accoglie anche bambini normodotati, sia del quartiere, sia figli del personale: forma di integrazione originale e preziosa.
C’è nel sistema generale una notevole elasticità: ad ogni momento un bambino può lasciare il centro per frequentare — se questo è benefico per lui — la scuola del quartiere; può, in seguito, ritornare al centro se necessario: queste decisioni vengono prese insieme alla famiglia così come tutti gli altri interventi. Le famiglie dei ragazzi che frequentano il centro sono riunite in un’Associazione di genitori che ha lo scopo di aiutarsi reciprocamente.
Il Centro lavora in collaborazione con le USSL. Ad esempio, il trasporto dei bambini e ragazzi è assicurato e gestito con pullman e personale delle USSL di pertinenza.

A tempo pieno lavorano la neuropsichiatra infantile, le sei psicologhe e le quattro assistenti sociali. La dottoressa, oltre a seguire per diagnosi e piano riabilitativo i bambini del centro, esamina in modo sistematico tutti i neonati dell’Ospedale di Conegliano. Questo permette di reperire fin dall’inizio ogni alterazione o difficoltà così che il bambino venga seguito con attenzione particolare e con precoce intervento specializzato.

La precisione nella diagnosi e la competenza nella prognosi è legata ad una coordinazione dei diversi servizi del centro e ad una visione educativa globale che permette serietà ed efficacia.
Oltre a questi compiti la dottoressa svolge un’attività di ricerca scientifica sulle tipologie e incidenze dell’handicap in relazione al territorio, per curare la prevenzione.

Centro La nostra Famiglia - Ombre e Luci n.30 - 1990

Nelle aule scolastiche oltre ai sorrisi aperti dei bambini colpisce l’accoglienza delle maestre (50 in totale e tutte di ruolo), l’abbondanza e la qualità del materiale didattico. Evidente ci è sembrato lo spirito di iniziativa e di ricerca delle maestre per andare incontro ai veri bisogni dei bambini, tenute conto le loro reali possibilità: per questo i bambini sono divisi nelle classi secondo criteri di età, di difficoltà, di possibilità, tutto per ottenere il massimo rendimento di ognuno di loro. In una classe di sei bambini l’obiettivo della settimana in corso era imparare a telefonare a casa da soli. Il numero di telefono è scritto a grandi caratteri incollati sul banco. La maestra ci fa vedere l’apparecchio telefonico messo a punto per esercitare i bambini: formano il numero di telefono mentre nella stanza accanto la maestra munita di ricevente dice che il numero è esatto e che presto sarà la mamma o il papà a rispondere.

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La piscina (al coperto) serve non solo per i momenti di riabilitazione motoria e psicomotoria, ma anche per vivere, nonostante la gravità dell’handicap, momenti di gioia con il proprio corpo. Quando attraversiamo questo reparto, sta uscendo dall’acqua un giovane che cammina con grave difficoltà. Ci viene spiegato che è stato operato già due volte di tumore cerebrale: il movimento in acqua è per lui un momento di felicità. L’altro ragazzo che gioca con il maestro a pallone nell’acqua presenta un comportamento psicotico.

Le attrezzature tecniche terapeutiche sono notevoli.
Qui si offre riabilitazione motoria, psicomotoria, del linguaggio, dell’ipovedente, neuropsicologica e psicoterapeutica.
Le attrezzature vengono utilizzate con massima competenza e con sforzi senza limiti per assicurare ad ogni bambino la massima autonomia e progresso personale.
Per ogni bambino è stabilito un piano individuale di lavoro. Ricordiamo che il centro accoglie persone con ogni tipo di handicap e di ogni livello di gravità. Questa situazione richiede una competenza veramente polivalente ed una estrema attenzione al singolo.
Nei centri della Nostra Famiglia la terapia occupazionale è finalizzata a

  • conferire l’ autonomia al bambino con gravi danni funzionali (si trovano o si inventano strumenti o adattamenti ad utensili per permettere gesti o movimenmti -indispensabili)
  • sviluppare la funzione della manualità e dell’ espressione manuale. Sulla foto vediamo un laboratorio di terapia occupazionale dove ognuno realizza con le mani oggetti belli e utili. In questo reparto, come in tutti gli altri, l’estetica del prodotto finito ci è sembrata non solo piacevole per noi, ma anche un segno di onore e di rispetto per la persona con handicap.

Per chi volesse approfondire questa sommaria presentazione di una fra le tante realizzazioni di questa Associazione, consigliamo di leggere il testo La nostra famiglia e l’handicap: esso illustra la «filosofia» che guida chi opera nell’Associazione e permette di raggiungere risultati così notevoli. È un testo della Presidente dell’Associazione, Dott.ssa Zaira Spreafico, che abbiamo trovato come introduzione al «Notiziario» del Maggio 86. Con le sue parole vogliamo dire quello che ci auguriamo diventi la filosofia di quanti operano nel mondo dell’handicap.

Poter esprimersi è senz’altro una necessità basilare. A questo si consacra un personale altamente preparato e molto impegnato: ci si dedica non solo a correggere i disturbi della comunicazione verbale di ogni tipo, ma in casi limite di impossibilità orale, si propongono linguaggi alternativi.
Per questo, come in altri settori, il materiale è ricco e abbondante: tastiere di ogni tipo, con adattamenti personalizzati permettono ad ogni spastico di esprimersi con l’uso di macchine o di computer.

Centro La nostra Famiglia - Ombre e Luci n.30 - 1990

In un fabbricato vicino si trova la scuola di formazione professionale.
Le diverse sezioni, di tessitura, ceramica, vimini, mosaico, falegnameria, mirano
all’acquisizione della professionalità e alla
formazione integrale della persona.
«Questa formazione riguarda in particolare l’apprendimento e l’acquisizione di valori, norme, ambiti di comportamento, motivazioni, atteggiamenti, conoscenza e abilità». Ci è sembrato molto vero l’ordine di questa lista dove valori e atteggiamenti precedono conoscenza e abilità; le più grandi conoscenze possono essere rese inutili da un comportamento inadatto o dalla mancanza di motivazione. Per esempio, un ragazzo con possibilità motoria molto ridotta riesce a produrre un vero lavoro. Una ragazza con handicap simile ha trovato un posto di lavoro in una ditta di ceramica.

Ancora nella scuola professionale ammiriamo un enorme locale adibito a falegnameria. Le macchine sono numerose e professionali. Notiamo una ricerca precisa e minuziosa per adattare le macchine alla persona perché questa le possa usare senza difficoltà e senza pericolo per diventare un vero lavoratore malgrado l’handicap. I prodotti sono anche qui di qualità. Questi risultati sono raggiunti attraverso esercizi graduali che testimoniano una didattica notevole. Vediamo dei quaderni di esercizi dove la progressione della precisione e della complessità del lavoro sono state studiate dal maestro ed eseguite dal ragazzo in maniera sistematica e perseverante. I successi non si ottengono a caso: è frutto di grande lavoro in vista della valorizzazione della persona e del gesto possibile.

«Quando il radazzo con difficoltà viene guidato con molta delicatezza e con molto amore ad identificarsi come persona amata dal Padre dei cieli, avente un suo posto nel popolo di Dio, in cammino con gli altri verso la realizzazione del mondo, potremo veder fiorire in lui intuizioni di profondità inaspettate, gesti di bontà, slanci di generosità» (dal Notiziario, p. 27).

Grande importanza nella catechesi viene data alla rappresentazione teatrale o al mimo (testi della Scrittura). Anche in questo campo, diligenza e cura nella preparazione e nei particolari, permettono ai giovani di esibirsi in rappresentazioni pubbliche che non solo riscuotono applausi, ma testimoniano una vera ricerca evangelica.

Nicole Schulthes, 1990

Il bene va fatto bene ultima modifica: 1990-06-21T10:33:29+00:00 da Redazione

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