La casa che sogno

Questa mattina mi sento triste. Sono sola in casa. Roberto è uscito con l’assistente. Mentre lavoro nelle faccende di casa, sprofondo nei miei pensieri e vago con i ricordi tristi e lieti. Più tristi che lieti, per la verità.
Penso all’avvenire… Che ne sarà?
Allora mi vengono le idee più bizzarre. Vorrei realizzare qualcosa per Roberto, al più presto perché ho fretta. Ho 53 anni e non c’è più tanto tempo davanti; almeno poter cominciare…
Nei miei pensieri mi vedo comprare una casa, una «casa-famiglia», bella, capiente, per poter ospitare, insieme a mio figlio, altri ragazzi in difficoltà che abbiano bisogno di una casa, assistiti da persone che vogliano lavorare per loro.
All’inizio si potrebbe provare col fare le vacanze, due o tre volte l’anno, fino a farla stabile. Questo è nel mio cuore, s’intende, ma come realizzarla? Quando e dove, lo sa solo Dio.
Mentre sto mettendo insieme tutte queste cose e perfino facendo i calcoli della cifra che occorrerebbe, sento squillare il telefono. «Pronto Lina, sono Matteo. Ti volevo fare una proposta: un campeggio con Roberto. Stasera vengo da te e ne parliamo».
Caro, dolce amico Matteo, che da tanti anni sei rimasto fedele, dopo tante lotte e difficoltà, non ti sei arreso mai. Nei momenti più difficili sei apparso come l’angelo custode a darci una mano e sei bravissimo nel farlo. Lavori senza farti notare e non sai quanta speranza hai portato nel mio cuore. A farmi credere che per mio figlio c’era ancora qualcosa di vero, sei stato tu.
Grazie Matteo.
Metto giù il telefono. Continuo il mio pensiero… Una grande casa, con un piccolo giardino… Chissà! Forse resterà solo un pensiero, ma rimarrà un motivo per continuare a vivere.

Lina Cusimano

Sono una vostra amica

Sono una vostra amica da solo due numeri e vi devo dire che Ombre e Luci mi piace tanto e lo attendo con ansia. Ho 19 anni e frequento il 2° anno della Scuola Magistrale Ortofrenica, ovvero voglio diventare insegnante di sostegno per i bambini handicappati nelle elementari.
Il mio tempo libero lo dedico ad un gruppo parrocchiale, detto gruppo BIP, che si occupa di handicappati. Mi piace molto fare qualcosa con loro, sono spesso fonte di utili ammonimenti per noi che abbiamo tutto.
Vi ho scritto per chiedervi qualche indirizzo in Milano di centri che possono aver bisogno di un aiuto perché volentieri collaborerei come animatrice, per esempio con Fede e Luce.
Inoltre, anche noi come gruppo BIP organizziamo una baita estiva con i nostri ragazzi handicappati; se ci segnalaste qualche campeggio organizzato per l’estate ’90, potremmo unirci anche noi!
Un grazie anticipato.

Anna Borgio

Abbiamo passato la tua richiesta ai responsabili di Fede e Luce in Milano; speriamo si siano fatti vivi con te. Grazie per i nominativi che ci hai mandato. Se puoi, continua a trovare altre persone interessate, magari alla scuola che frequenti. Buon lavoro!

Continuate

Carissimi di Ombre e Luci: sono Nunzia, del gruppo «Immacolata Concezione» di Bari. Il numero aprile-maggio-giugno mi è appena arrivato ieri. Sullo scorso numero leggevo del vostro invito ad indirizzare un reclamo ai servizi postali, ma non sono riuscita a trovare sotto l’indice, in quale settimana è avvenuta la spedizione della rivista; come da voi indicato nello scorso numero. Vorrei per favore, maggiori chiarimenti. Intanto vi invio indirizzi di famiglie, persone, parrocchie, e centro disabili che potrebbero essere interessati alla rivista.
Mi è piaciuto moltissimo il numero che ho appena ricevuto. Continuate a dare spazio ad articoli su film, su libri di formazione. Bellissima l’idea di dare spazio ad esperienze comunitarie quale quella di St. Preix. Mi piacerebbe conoscerne altre ed eventualmente andare per un po’ di tempo presso una di esse per approfondire le mie esperienze e cercare la mia strada. Da incentivare anche gli articoli: conoscere l’handicap e come comportarsi con le persone… perché sono di notevole aiuto pratico. Insomma continuate sulla strada intrapresa, io vi sono vicina col cuore e con la preghiera.
Vi invio, approfittando di questa occasione, la partecipazione della mia laurea. Ora mi ritrovo anch’io a dire: «Da dove cominciare?». La speranza che Dio guiderà il mio cammino come ha sempre fatto, facendomi toccare con mano i prodigi del Suo Amore, mi dà pace e tranquillità nonostante il caos e l’oscurità che mi circonda. Vi abbraccio tutti di cuore.

Nunzia Mastropasqua (Bari)

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.28, 1989

Sommario

Editoriale

Buon Natale anche a te di M. Bertolini

Articoli

Mangiare insieme di Nicole Schulthes
Il bambino che non vuole mangiare di Paul Lemoine
I pasti di Francesca: un’avventura di Jacques La Brousse
Dove, se non in chiesa? di Joseph Bernardin, cardinale
Un grande progetto a piccoli passi di Maurice e Michèle Antoine
Le case della carità di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto
Vita di Fede e Luce

Libri

Per insegnare bisogna saper osservare a cura della Redazione

Dialogo aperto n.28 ultima modifica: 1989-12-20T11:35:31+00:00 da Redazione

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