Noi operatori

Da quando quei due occhi neri sono entrati nella mia vita non posso più far finta di niente; sento che mi si chiede qualche cosa di più grande della mia misera affermazione personale; sì, so che in questi miei desideri c’è una molla egoistica, ma ora, avverto anche che è giunto il momento di far camminare parallele le mie aspirazioni professionali e il mio essere figlia dell’Amore. Scusatemi per arricchire, sostanziare la mia prossima laurea, perché io possa, nel futuro, dedicarmi all’insegnamento dei bambini, ragazzi, inabili.
Mi sono finalmente decisa a scrivervi perché ho avuto l’impressione, leggendo gli ultimi numeri della vostra rivista, che la vostra attenzione si era particolarmente rivolta ai cosiddetti operatori e a coloro (cioè noi «sani» o «normali») che siamo i veri inabili, incapaci, di fronte a questa esperienza di vita.
Non sapete quanto vi siamo grati per farci sentire «coinvolti» e non ai margini; continuate ad aiutarci!
Non penso che per essere partecipi bisogna sentire il problema (ma lo è?) solo perché tocca qualche congiunto o amico; e questo soprattutto se si crede alla visione universale dell’essere tutti la grande famiglia di Dio.
Aiutatemi a dare un senso più profondo alla mia vita e grazie perché ci aiutate ad amare.
P.S. Vi sarò grata se vorrete ampliare l’angolo bibliografico e fornire utili consigli a chi vuole essere dentro e non più fuori.

Maria Federica

Grazie per le tue parole incoraggianti. Fa bene sapere che serviamo a qualcuno. Continueremo ad aiutare come ci chiedi per far si che sempre meglio ci sentiamo tutti più coinvolti.
Se vuoi , puoi passare alla Redazione per prendere in prestito libri utili alla tua formazione professionale e di «amica» conquistata da un paio di occhi neri che ricordiamo come te e che ci aiutano ad andare avanti.
Un saluto carissimo a tutti gli amici di Pescasseroli.

Lavoro per Ombre e Luci

Sono una ragazza che lavora con Mariangela alla redazione di Ombre e Luci e anche per il giornalino, ho imparato tante belle cose.
Vado in ufficio due volte alla settimana, la mia grande gioia nell’aiutare alla formazione del giornalino. Il martedì faccio grandi pulizie e preparo il tè e il caffè e il venerdì invece aiuto in ufficio a fare le spedizioni e mettere il giornalino nelle buste e mettere anche il timbro e le stampe. Sulle buste con Nicole. Sono proprio contenta di fare queste piccole cose e lavorare con Mariangela Bertolini. Rispondo anche al telefono e lavoro a maglia con i ferri insomma mi piace proprio stare con tutti gli altri che lavorano con me in ufficio di Ombre e Luci e poi si lavora anche per il giornalino che è molto interessante.

Mirella

A nome dell’AITO

Anche a nome dell’A.I.T.O. (Associazione italiana di terapia occupazionale) desidero complimentarmi per i contenuti della bella rivista «Ombre e Luci» che io leggo volentieri, sia per segnalare gli articoli di interesse particolare ai colleghi della nostra associazione, sia perché il modo di avvicinarsi ai problemi delle persone ha spesso le stesse caratteristiche di empatia e voglia di risolverli tipici della nostra professione di terapisti occupazionali.
Nell’insieme, questa pubblicazione è fatta con il cuore, ci aiuta a riflettere di più sulle sofferenze che incontriamo nel nostro lavoro così da affrontarle con la dovuta comprensione. Mi auguro che lo scambio con la nostra «A.I.T.O. Notizie» continui regolarmente e porgo molti ringraziamenti.

Bice Comparini OTR

Dalla Valtellina

A nome di tutti ringrazio di cuore per rinvio della vostra bella rivista e spero che qualcuno abbia provveduto all’abbonamento, cosa che presto farò anche io.
Vi invio copia della relazione che il nostro segretario, Dario Giacomelli, ha discusso nella presentazione del nostro Sodalizio e lo scopo per cui ci siamo associati. Ci avviciniamo al quarto anno e, se allora eravamo impacciati e titubanti ad affrontare enti e personalità, ora ci sentiamo un poco rinfrancati e sicuri per l’appoggio che abbiamo di 130 associati dei quali 94 con figli disabili.
Il piccolo seme iniziale ha germogliato e qualche piccolo frutto lo raccogliamo; non facciamo miracoli né pretendiamo tanto, ma siamo sicuri che rimanendo uniti qualcosa di concreto potremo portarlo a termine. Dobbiamo vincere certi pregiudizi che ancora esistono e resistono in alcune famiglie ma con il tempo ci auguriamo di poter unirle tutte se vogliamo preparare un futuro migliore per i nostri figli e la tranquillità di farci chiudere gli occhi in pace. Non ci illudiamo; la strada non sarà priva di ostacoli ma non vogliamo tradire quanto abbiamo promesso inizialmente ai nostri ragazzi. Nell’attesa di leggervi ancora, invio a tutti i più cordiali saluti e auguri di ogni bene.

Carlo Helbing
(Presidente del Coordinamento famiglie disabili Valtellina)

Che bel torneo!

Riceviamo le fotografie della premiazione del torneo di calcetto tra otto comunità Fede e Luce di Roma. Ecco la trionfale esposizione delle coppe assegnate. Le foto  nella rubrica «Vita di Fede e Luce».

Dialogo Aperto n. 26 ultima modifica: 1989-06-16T14:02:43+00:00 da Redazione

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