“Ero stanca di provare, parlare, ricominciare ed introdurre mio figlio Francesco, nato con sindrome Down, di 15 anni.
Un bel giorno così vi abbiamo conosciuto…”. “Con mio marito cerchiamo di aprirci agli altri, incontriamo tanta sofferenza intorno a noi, il più delle volte causata da ingiustizia, e cerchiamo di dare amore.”

Il vostro invito

Vi mando alcuni nominativi di persone che potrebbero essere interessate alla rivista. Alcuni fra questi sono famiglie che hanno al loro interno una persona portatrice di handicap e che ho incontrato nell’ambito di un lavoro di ricerca inerente al problema dell’handicap. Mi ha colpito molto il fatto di constatare come ancora troppo spesso l’handicap sia un fattore emarginante e non solo per la persona interessata ma per tutta la sua famiglia… Può darsi che qualcuno decida di accogliere il vostro invito e che la rivista diventi per qualcuno un valido aiuto e un sostegno come lo è già per molti. Buon lavoro.
Maria Teresa

Stanca di provare

Sono entrata a far parte della vostra «famiglia» circa un anno fa e ne sono contentissima. Da tempo una persona amica mi incoraggiava a conoscere Fede e Luce ma io ero stanca di provare, parlare, ricominciare ed introdurre mio figlio Francesco, nato con sindrome Down, di 15 anni.
Un bel giorno così vi abbiamo conosciuto ed insieme a mio figlio abbiamo vissuto delle dimostrazioni di dedizione e affetto da parte degli amici fino allora sconosciute. Anche Francesco, ragazzino selvatico e diffidente verso le persone sconosciute, si è aperto, è diventato più sereno, più ben disposto verso gli altri; ha colto e fatta sua la bella atmosfera che si respira quando si è tutti insieme. Ci siamo così affezionati a queste persone del nostro gruppo per cui ho un solo timore: aver notizia che un giorno gli amici possano svanire e lasciarci di nuovo soli.
Elisa Sturlese

Sono entusiasta

Sono da un po’ di tempo lettrice di Ombre e Luci e ne sono entusiasta per lo spirito di fede da cui è animata nell’affrontare tante situazioni di dolore e di amore.
Io sono poliomelitica, mi sono inserita nel mondo del lavoro attraverso tante difficoltà. Ho avuto una madre meravigliosa, che ha cercato sempre di aiutarmi ad inserirmi socialmente e che aveva soprattutto tanta fede e tanto desiderio di aprire il suo cuore a tutti.
Lavoro presso la USL di Macerata. Con mio marito cerchiamo di aprirci agli altri, incontriamo tanta sofferenza intorno a noi, il più delle volte causata da ingiustizia, e cerchiamo di dare amore.
La vostra rivista ci piace ed anche tutto ciò che portate avanti. Per questo vi inviamo questi indirizzi sperando che qualcuno si abboni. Cordialmente vi saluto.

Maria Teresa Zanoni

Con tanto affetto

Ho letto l’articolo di Brunella D’Amico; mi ha colpito il grande amore e aiuto avuto dalla madre quando aspettava Manuela che ha accettato come un dono di Dio nonostante la sua infermità. Ho sofferto tanto anch’io quando ho conosciuto per la prima volta Manuela e sono tanto attaccata a questa bambina e agli altri due e sono vicina a loro col mio cuore. Ho avuto tanti segni d’amicizia e di affetto e da Brunella e da Massimo: li ringrazio tanto. Ricordo con tanto piacere quando mandai i miei auguri a Brunella in America mentre aspettava Carletto e glieli mando ancora con tanto affetto anche se li vedo raramente.
Mirella Stefani

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.17, 1987

Sommario

Articoli

Che cos’è un handicap? Non lo so di M. Bertolini
Non ha più sedici anni di Anna Cece da una conferenza del prof. G. Moretti
Maschio e femmina li creò di J. Vanier
Teresa, una storia di lavoro integrato di M. e J. Buffaria
Questa casa famiglia è una risposta di N. Schulthes
Crescere con il lavoro di S. Sciascia

Rubriche

Dialogo aperto

Dialogo aperto n.17 ultima modifica: 1987-03-21T13:50:23+00:00 da Redazione

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