Sergio Sciascia, dopo aver visitato il Centro di Formazione Professionale dell’Opera Francescana “Charitas” ha raccolto la testimonianza di Egle Bottega, direttrice del Centro, che racconta come ha scoperto la sua vocazione. 

Avevo vissuto a lungo in America Latina e non avevo formazione religiosa. In Bolivia incontrai la sorella di Padre Eletto Bottega. Quando venni in Italia andai a salutarlo nel modo convenzionale in cui si fanno queste cose. Lo conobbi nel Centro dove erano delle ragazze dimesse da ospedali psichiatrici: non c’era personale preparato, i mezzi erano scarsi e Padre Bottega mi propose di rimanere un paio di settimane. Accettai con la curiosità delle studentesse, per fare un’esperienza, ma dopo due giorni tornai a casa. “Perché perdere tempo con quella gente”, mi dicevo, “che ci sta a fare una persona intelligente e dinamica come Eletto Bottega?”. Ma quella notte non riuscii a dormire. Dopo tre giorni telefonai al Centro: “Mi piacerebbe tornare”.
Tornai e sono rimasta.

La fattoria di Monte di Mezzo del Centro di Formazione Professionale dell’Opera Francescana “Charitas” di Vicenza - oel_n2

La fattoria del Centro di Formazione Professionale dell’Opera Francescana “Charitas” di Vicenza 

L’ispirazione del Padre è stata il mio punto di partenza. Poi maturando, lavorando qui, capii che occorreva un rapporto umano più profondo, più sincero e che bisognava anche fare un salto avanti sul piano psicologico e nell’organizzazione.
E per questa via che abbiamo camminato.
Nel 1974 a sostegno dell’Opera si formò l’Associazione composta di “persone che, profondamente motivate, intendono portare il loro contributo di valori e di idee al servizio degli emarginati”.
Nel 1974 Padre Eletto morì.
Oggi (1983 n.d.r.) abbiamo 70 ragazzi ogni anno, ai quali, diamo la possibilità di crescere come persone e stiamo per aprire una fattoria per quelli che uscendo da qui non hanno dove andare… Io, fra pochi giorni, andrò a vivere in quella fattoria.

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Sergio Sciascia, nasce a Torino nel 1937 ma si trasferisce a Roma con la famiglia pochi anni dopo. Fin da piccolo manifesta una spiccata passione per lo scrivere e per il capire le cose che lo circondano, e di questi due aspetti farà il mestiere di una vita. Una collega, amica della primissima Fede e Luce romana, mette in contatto Sergio con Mariangela Bertolini e con l’idea di trasformare il ciclostilato “Insieme”che legava le poche comunità italiane di Fede e Luce in qualcosa di più. Era l’autunno del 1981. Nasceva Ombre e Luci e Sergio accettava di esserne il direttore responsabile.

Sergio Sciascia

Giornalista

Questo articolo è tratto da
Ombre e Luci n.2, 1983

Ombre e Luci n.2 - Copertina

SOMMARIO

Editoriale

Speranza a dura prova di Mariangela Bertolini

Dossier: Conoscere l'handicap

Lorenza di Marie Claude Fabre
La paralisi cerebrale infantile di Roger Salbreux
Intelligenze prigioniere di Nicole Schulthes
Fermatevi per ascoltarci di Patrick
Terapia con il cavallo di Sara Mc Allister
Per esempio a Vicenza di Sergio Sciascia

Rubriche

Dialogo Aperto n.2
Vita Fede e Luce n.6

Libri

L'educazione religiosa degli handicappati nelle opere di Henri Bissonier, Maria di Gialleonardo
L'assistenza educativa al bambino con paralisi cerebrale nella prima infanzia, Adelaide Grisoni Colli
Non temere, Jean Vanier

E sono rimasta ultima modifica: 1983-06-29T16:29:02+00:00 da Sergio Sciascia

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